Accadde domani: il lancio della sonda Voyager 1
Dopo tanti appuntamenti dedicati a eventi e commemorazioni storiche di tragedie, oggi raccontiamo una ricorrenza di natura molto diversa, celebrando il progresso della scienza e dell’ingegneria aerospaziale umana. Il 5 settembre del 1977, quarantotto anni fa, fu lanciata da Cape Canaveral la sonda Voyager 1, a bordo di un razzo Titan-IIIE, pochi giorni dopo il lancio della sonda gemella Voyager 2. Nonostante sia stata lanciata per seconda, il percorso della Voyager 1 le ha permesso di allontanarsi dalla Terra più velocemente della Voyager 2, ed è al momento l’oggetto creato dall’uomo più lontano dal nostro pianeta, trovandosi adesso addirittura oltre l’eliopausa, considerata il confine esterno del sistema solare.
L’obiettivo principale della missione interstellare della Voyager 1 era quello di sorvolare, acquisire immagini e permettere lo studio a distanza di Giove, Saturno e dei loro satelliti. La sonda raggiunse Giove dopo circa un anno e mezzo dal suo lancio, nel gennaio del 1979, e catturò informazioni sul pianeta più grande del nostro sistema solare per tre mesi, fino all’aprile dello stesso anno. Dopo Giove, la sonda raggiunse Saturno a novembre dell’anno successivo, concentrando lo studio sulla composizione dei suoi anelli e dell’atmosfera del pianeta e di Titano.
Una volta completata la sua missione principale, la sonda si è diretta verso i confini del nostro sistema, allontanandosi a grande velocità dal Sole. Tra il 2012 e il 2013 la sonda è tornata a far parlare di sé, grazie a nuove scoperte rese possibili dall’aver per la prima volta studiato luoghi così lontani dal nostro pianeta. Dapprima, grazie a dati ricevuti nel dicembre del 2012, si è potuto constatare come la sonda fosse entrata in una sorta di “autostrada magnetica”, che collega il campo magnetico del sole a quello interstellare, permettendo lo scambio di particelle cariche tra i due.
Sempre nel 2012, precisamente il 25 agosto, la sonda è entrata in una nuova fase della sua esplorazione spaziale. Come annunciato solamente un anno più tardi, nel settembre del 2013, la sonda ha superato l’eliopausa, entrando ufficialmente nello spazio interstellare. L’ultimo aggiornamento sulla missione invece è arrivato proprio quest’anno, quando il team del Jet Propulsion Laboratory della NASA è riuscito a riparare a distanza i propulsori principali della sonda, che erano fuori uso dal 2004. Grazie all’antenna Deep Space Station 43 di Canberra, una delle poche in grado di inviare segnali a tali distanze dalla Terra, il team è riuscito a inviare i comandi necessari alla sonda, permettendo di estendere la vita della missione e, di conseguenza, garantendo all’umanità la possibilità di nuove scoperte nel futuro.