Gli stili degli anime: guida per orientarsi nel multiverso dell’animazione giapponese
Parlare di anime come se fossero tutti uguali è un errore comune. Infatti, l’animazione giapponese si muove lungo coordinate ben precise. Ogni genere ha il proprio target e segue regole narrative, visive e tematiche distinte.
Dal ritmo frenetico degli shōnen fino alla profondità psicologica dei seinen, ogni anime si muove tra linee guida riconoscibili. Tuttavia, molti sanno anche infrangerle con stile.
Shōnen: azione e crescita personale
La parola shōnen (少年) significa “ragazzo”. Questo stile è pensato per un pubblico giovane, soprattutto maschile, ma ormai apprezzato da tutti.
Gli shōnen raccontano la crescita del protagonista. I temi principali sono sfide, allenamenti e combattimenti. L’obiettivo? Superare i propri limiti, sempre.
Non si tratta solo di azione. Lo shōnen si basa sulla filosofia del “non mollare mai”. Gli archi narrativi sono ricorsivi: allenamento → scontro → potenziamento → nuova minaccia.
un esempio famoso è:
Dragon Ball Z – Goku combatte, cresce, muore, torna e si potenzia. Infatti il concetto di Super Saiyan è diventato uno standard del genere.
Shōjo: emozioni e relazioni
Lo shōjo (少女) nasce per un pubblico femminile giovane, ma conquista spettatori di ogni tipo. Al centro ci sono le emozioni e i rapporti umani.
Lo stile visivo è curato nei dettagli: personaggi dai tratti delicati, atmosfere oniriche, storie romantiche o magiche.
Un esempio rappresentativo:
Sailor Moon – Guerriere scolastiche, poteri cosmici e trasformazioni iconiche.

Seinen: realismo e complessità
Il seinen (青年) è rivolto agli adulti. Le tematiche sono cupe e articolate: violenza, filosofia, morale, politica. La narrazione spesso mette in discussione il confine tra bene e male.
Come ad esempio:
Berserk – Un fantasy oscuro, senza filtri. Guts combatte in un mondo segnato dalla tragedia. La vendetta è il motore della sua lotta.
Josei: vita reale e introspezione
Il josei (女性) racconta la realtà femminile adulta. Si parla di relazioni, lavoro e desideri. Tutto è affrontato con realismo e profondità emotiva.
I personaggi affrontano problemi concreti, senza idealizzazioni. La narrazione è matura e intensa.
Esempio chiave:
Nana – Due ragazze, due destini opposti che si intrecciano in una Tokyo fatta di sogni, amore, dolore e musica punk. Un racconto autentico sulla ricerca di sé in un mondo complesso.
Anime ibridi: oltre le regole
Esistono anime che sfidano le definizioni tradizionali. Questi titoli mescolano generi e stili, diventando vere pietre miliari.
Neon Genesis Evangelion – Inizia come un anime mecha, poi si trasforma in un’analisi psicologica profonda. Ha cambiato la percezione globale dell’animazione giapponese.
