M – Il Figlio del Secolo, l’utilità della serie Wright dopo il gesto di Musk
Al grido di “MAKE ITALIA GREAT AGAIN” Benito Mussolini inneggia il parlamento nel 1923 in M – Il figlio del secolo. Allo stesso tempo, durante la prima campagna elettorale, Donald Trump inneggiava i suoi sostenitori a votarlo al grido di “Make America Great Again!”.
Uno scherno, quello messo in scena da Joe Wright, regista della miniserie originale Sky e da Luca Marinelli, che non solo ha messo in scena perfettamente Benito Mussolini, ma è diventato Mussolini. L’attore è stato incredibile, riportando in vita l’uomo che ha creato i fasci di combattimenti, con movenze perfette, il modo di parlare e di comportarsi. Sempre con quel tono tipico, la serie creata da Wright fa il verso a quello che fu il fascismo in Italia, in modo quasi caricaturale e tragicomico. Questo tocco lo vediamo soprattutto nei momenti di maggiore violenza, nei quali si scatenano i rivoltosi.
M – Il Figlio del Secolo: una serie necessaria per comprendere la storia

Ben vengano serie tv di questo tipo ed M – Il Figlio del Secolo è l’esempio perfetto di un prodotto necessario per comprendere al meglio la storia. Soprattutto per capire quello che in molti definiscono uno “statista incredibile”. Giocando sulle classiche battute che si sentono del periodo fascista in Italia: “Quando c’era Lui i treni passavano in orario“. Lo stesso personaggio di Marinelli si ripromette di far arrivare i treni in orario appena salirà al potere.
Proprio su quest’aspetto Wright ha voluto giocare, amplificando e trasformando il tutto in un enorme caricatura del periodo. Il tutto accompagnato dalla voce di Mussolini che fa da narratore agli eventi. I quali vengono apostrofati con il termine “violenza necessaria” e di fronte agli orrori del suo gruppo si innalza a condottiero.

Proprio i momenti di violenza sono potenti come un pugno nello stomaco. Raccontando gli avvenimenti dell’epoca e facendo il punto della situazione storica dell’Italia dei primi anni nel ‘900. Sia Wright che Marinelli, hanno voluto sottolineare l’importanza di realizzare M – Il Figlio del Secondo. Lo stesso attore di Lo Chiamavano Jeeg Robot, ha svelato che ha faticato moltissimo a calarsi nei panni di Mussolini, proprio a causa di ogni angheria fatta dall’uomo.
Proprio la serie sembra essere stata pubblicata nel momento storicamente perfetto per farci capire quanto sia necessaria. Ieri sera, durante l’insediamento del 47esimo Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, Elon Musk ha parlato per ringraziare i partecipanti. Durante il suo discorso ha fatto un gesto che per molti potrebbe essere un errore, mentre per altri il tipico saluto romano del nazi-fascismo.
Il saluto di Musk durante il suo discorso pro-Trump

Potrebbe anche essere stato un errore dettato dalla troppa foga durante il concitato discorso pro-Trump di Elon Musk, ma il proprietario di X e di Tesla sembra aver usato il saluto nazi-fascista in due occasioni per salutare la folla trepidante. Magari l’intenzione non era quella, ma se il messaggio era un altro di certo è passato quello sbagliato.
Già alcune delle cose dette dal Presidente eletto, come la definitiva chiusura e maggiori controlli al confine col Messico, o anche il cambiamento del nome del “Golfo del Messico” in “Golfo D’America“, hanno fatto storcere il naso. Poi se uno dei suoi maggiori sostenitori compie una gaffe del genere, certamente l’era di Donald Trump non sta iniziando nel migliore dei modi.
A questi bisogna anche aggiungere l’uscita dagli Accordi sul clima di Parigi e dall’Organizzazione mondiale della sanità e l’amnistia per 1500 rivoltosi dell’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021. Con questi nuovi ordini esecutivi firmati, decreti che non richiedono l’approvazione del congresso ma solo la firma del Presidente, Trump ha iniziato a gettare le basi del suo nuovo mandato.
Chissà se dalla nuova presidenza arriverà qualche annuncio sul saluto di Musk o se faranno finta che sia stato un normale saluto al pubblico. Il dubbio resta, ma è evidente già dalle prime battute che questo Trump 2.0 farà molto più discutere del precedente mandato.
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