Controlli di sicurezza sempre stretti in Iran. Il “Nowruz” non deve interferire con il “Ramadan”.
Il regime iraniano ha alzato notevolmente il livello della sicurezza durante la festa del fuoco la scorsa settimana. Il timore di manifestazioni anti regime si è rivelato fondato.
Le fiamme delle celebrazioni della ricorrenza del “Chahar Shanbeh Souri” si sono unite in un unico falò ed hanno ulteriormente alimentato quelle delle proteste. Intorno ai fuochi sono stati intonati molti canti accompagnati da slogan contro il sistema teocratico.
Il forte dispiegamento di forze di sicurezza ha potuto poco contro la voglia di libertà.
La polizia ha fatto ricorso anche all’impiego di mezzi elettronici, telecamere e droni, per controllare i luoghi e prevenire le proteste. Attività non messe in atto per controllare le scuole e proteggere gli studenti dalle intossicazioni. Questo fa nascere seri dubbi sulla reale volontà di smascherare i colpevoli. Quindi aumenta anche il sospetto del coinvolgimento del regime così come aumenta la schiera di chi lo accusa. Oltre al religioso sunnita Abdol Hamid ed altre personalità in vista anche l’ex presidente Katami lo fa. Per questo l’agenzia Fars News, vicina all’IRGC, addita Katami come uno dei “tanti riformisti radicali” che incoraggia “intenzioni malvagie” del nemico con le sue “deplorevoli” insinuazioni.
Nonostante tutto non cala l’attenzione, con inasprimento dei controlli, per l’applicazione della legge dell’hijab. Anche i commercianti sono chiamati a far rispettare l’uso del velo. Molte attività commerciali sono state multate e/o chiuse perché i proprietari non sono stati solerti nel far rispettare le disposizioni. Alcuni farmacisti per protesta hanno indossato il velo, irridendo così il regime.
Nowruz e Ramadan
Il Presidente Raisi, che va per la sua strada, si allontana ancora più dalla realtà. È sempre più orientato nell’affermazione dell’identità “iraniana-islamica”, un tutt’uno. Il tentativo di islamizzazione dello stato, dell’Iran, e inquadrare l’Islam come parte caratterizzante dell’essere iraniano è un obiettivo del potere teocratico. Anche l’imposizione del velo va inquadrato in questa logica così come altre attività e ricorrenze.
Ne è un ulteriore esempio il “Nowruz”, festa di capodanno persiano che cade il 21 marzo. Tale ricorrenza va a scontrarsi con il Ramadan che quest’anno va dal 23 marzo al 22 aprile. La festa del capodanno, di origine zoroastriana, non può appannare il precetto del digiuno islamico che si richiama direttamente a Maometto.
Il Governo iraniano, incapace di vedere l’evidenza, non riesce a far quadrare la sua “politica”. Non riesce ad affrontare i problemi dell’economia; con una inflazione ancora oltre il 50% i prezzi dei beni di uso comune sono notevolmente aumentati ed il potere di acquisto sempre più basso.
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