Il mistero di Roberta Ragusa
La scomparsa di Roberta Ragusa, avvenuta nella notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012 a Gello di San Giuliano Terme (Pisa), resta ancora oggi uno dei casi più oscuri e controversi della cronaca italiana. Madre di due figli e moglie di Antonio Logli, Roberta sembra svanita nel nulla, lasciando dietro di sé domande, ipotesi e un processo che ha diviso l’opinione pubblica.
La notte della scomparsa
Secondo la ricostruzione ufficiale, Roberta si sarebbe allontanata dalla sua abitazione in pigiama e pantofole, senza portare con sé documenti, cellulare né effetti personali. Una circostanza anomala, che sin dall’inizio ha insospettito gli inquirenti.
Il marito, Antonio Logli, denunciò la scomparsa dichiarando di essersi accorto solo la mattina che Roberta non era più a casa. Da quel momento iniziarono le ricerche, coinvolgendo volontari, forze dell’ordine e cani molecolari, ma senza esito.
Le indagini e il processo
Le indagini si concentrarono ben presto sul marito, con cui Roberta aveva un matrimonio in crisi, reso più complicato dalla relazione che Logli intratteneva con Sara Calzolaio, ex babysitter e dipendente dell’autoscuola di famiglia.
Gli inquirenti ipotizzarono che Roberta potesse aver scoperto la relazione e che questo avrebbe potuto scatenare una lite culminata in tragedia. Tuttavia, il corpo della donna non è mai stato trovato, nonostante ricerche approfondite in tutta la zona.
Nonostante l’assenza del corpo della povera Roberta, nel 2019 la Cassazione ha confermato la condanna a 20 anni di reclusione per omicidio volontario e distruzione di cadavere nei confronti di Antonio Logli. Una sentenza definitiva che, pur non avendo portato alla verità materiale dei fatti, ha chiuso l’iter giudiziario.
Un mistero irrisolto
Il “caso Ragusa” resta però avvolto nel mistero. La mancanza del corpo della donna impedisce di sapere cosa sia realmente accaduto quella notte. La famiglia di Roberta, i suoi figli e l’opinione pubblica rimangono con molte domande senza risposta.

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