Ilaria Salis: Il suo racconto dalla prigione di massima sicurezza di Budapest
Ilaria Salis, l’antifascista italiana incarcerata in una prigione di massima sicurezza a Budapest, ha condiviso con il mondo un frammento toccante della sua esperienza di prigionia. Le sue parole, anticipate da Repubblica online, ci offrono uno sguardo penetrante all’interno della sua realtà carceraria, nella quale si trova dall’11 febbraio 2024.
Il testo della lettera di Ilaria Salis
“I mesi sono lunghi e accade che la bolla si trasformi in un buco nero che ti risucchia. Prendendo in prestito una metafora che leggerò parecchi mesi dopo in un bellissimo fumetto dedicato alle mie vicende – dice citando Zerocalcare – sono caduta in un pozzo profondissimo. Le pareti sono scivolose ed ogni volta che faticosamente cerco di compiere un breve passo per risalire appena un pochino, finisco sempre col precipitare più in profondità. A volte mi chiedo se questo pozzo abbia un fondo e se da qualche parte ci sia davvero un’uscita. Immagino di essere un piccolo geco, che nell’oscurità silente riesce a scalare le pareti. Già, devo scalare le pareti, ma qui purtroppo non ci sono i miei compagni di arrampicata e i legami di fiducia ben stretti sulla corda della sicura“.
“Chiudo gli occhi e lancio lo sguardo oltre le mura di questo cieco carcere: scorgo le vicende di uomini e donne come ricambi in tessuti su arazzi che raffigurano storie più ampie. Storie di popoli, di culture, di lingue e di religioni, di sistemi economici, politici e giuridici. Di ricchezza e di miseria, di potere, di sopraffazione e di sfruttamento. Storie di guerre e di eserciti. Storie di un mondo in cui ancora si uccidono bambini, in cui alle quarte d’Europa risuonano mitraglie che riecheggiano gli scempi del secolo scorso. Apro gli occhi e mi scorgono rannicchiata sulla grigia coperta, con lo sguardo fisso sulla porta di ferro della cella. Tutto mi appare semplice e lineare in queste vicende, come in molte altre, non può esserci alcun dubbio su quale sia la parte giusta della storia“.
Il padre ha raccontato la difficile situazione della figlia in carcere
La situazione di Ilaria in carcere è difficile, stando a quanto ha raccontato il padre in una recente intervista.
Secondo quanto riportato, la donna sarebbe costretta a trascorrere gran parte della sua giornata in condizioni di detenzione estreme.
La testimonianza del padre dipinge un quadro inquietante sulla vita di Ilaria dietro le sbarre. Si dice che sia rinchiusa per ben 23 ore al giorno in una cella affollata, dove le condizioni igieniche sono precarie. La restrizione quasi totale del suo tempo trascorso all’interno della cella rappresenta un grave impedimento alla sua salute mentale e fisica, privandola della libertà e del diritto ad un trattamento umano. Le condizioni igieniche precarie, inoltre, mettono a rischio la sua salute e il suo benessere, aumentando il rischio di malattie e infezioni.
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Scrivo e sono content creator True Crime su Youtube , canale SCARLETT NOIR.
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