L’omicidio di Elena Ceste
Elena Ceste era una donna di 37 anni, madre di quattro figli, residente a Costigliole d’Asti, in Piemonte. Sposata con Michele Buoninconti, vigile del fuoco, conduceva una vita apparentemente tranquilla. Ma dietro le apparenze si nascondeva un matrimonio segnato da tensioni, controllo e gelosie.
La scomparsa e il ritrovamento del corpo
Elena scomparve il 24 gennaio 2014. Il marito denunciò che la moglie era uscita di casa in stato confusionale, senza vestiti. Per mesi si parlò di allontanamento volontario, problemi psicologici, persino di esaurimento nervoso. Ma la verità era un’altra.
Il 18 ottobre 2014, il corpo di Elena venne ritrovato in un canale a pochi chilometri da casa, parzialmente occultato nel fango. Le analisi confermarono che era lì da tempo: non si era mai allontanata.
Le contraddizioni del marito Michele Buoninconti
Le contraddizioni nei racconti di Michele Buoninconti portarono gli inquirenti a sospettare di lui. Telefoni, celle, orari e soprattutto il suo comportamento gelido contribuirono a far emergere un quadro inquietante.
Nel gennaio 2015, Michele venne arrestato con l’accusa di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere. Secondo la ricostruzione, avrebbe ucciso Elena nel loro cortile e poi trasportato il corpo nel luogo dove fu ritrovato mesi dopo.
La sentenza: ergastolo per Michele Buoninconti
Nel 2016, il Tribunale di Asti condannò Michele Buoninconti all’ergastolo. La sentenza fu confermata in Appello e in Cassazione. I giudici parlarono di un marito ossessivo, incapace di accettare la volontà della moglie di separarsi. Un femminicidio consumato nel silenzio di una casa diventata prigione
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Scrivo e sono content creator True Crime su Youtube , canale SCARLETT NOIR.
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