Matteo Berrettini e il deludente esordio alla Rogers Cup
Nella seconda giornata a Montreal, la pioggia rende ancor più ostili gli scambi sui campi in cemento dello Stadio IGA. Lo sa bene Matteo Berrettini che, nel suo primo Masters 1000 canadese in carriera, ha visto posticipare il suo match di esordio di circa un’ora e mezza.
Oltre la pioggia, il numero 2 azzurro aveva un secondo ostacolo da sormontare, il suo insidioso avversario. Il romano è stato infatti sorteggiato al primo turno contro lo spagnolo Pablo Carreno Busta, n. 23 del ranking che, sebbene all’età di 31 anni abbia vinto solo 5 ATP 250, riesce a mettere in difficoltà i migliori tennisti del circuito. Nel corso degli anni, il suo gioco è diventato sempre più dinamico e, proprio nel 2020, ha raggiunto per la seconda volta la semifinale agli Us Open. Vanta oltretutto la vittoria, nello stesso anno, sull’allora n.1 del mondo Novak Djokovic alle Olimpiadi di Tokyo.
In uno stadio pieno a metà, la sfida Italia-Spagna nel primo turno di Rogers Cup ha visto sin dall’inizio qualche difficoltà di Berrettini nel giocare su una superficie più lenta del solito. Difatti l’azzurro regala ben 17 punti a Carreno-Busta che, con otto punti consecutivi, strappa l’ottavo game all’avversario e conquista il break che lo porta a servire per il set, che vince per 6-3 dopo poco più di mezz’ora di gioco.
Lo spagnolo è stato impeccabile nella prima fase del match, soprattutto nei suoi turni al servizio. Ma, ad inizio secondo set, la prestazione di Matteo accenna pian piano a salire. Conquista, sventando due palle break, il primo game del parziale. Ciò, tuttavia, non basta a rimettersi in partita, e la colpa è purtroppo della scarsa prestazione dell’azzurro. La bravura di Carreno-Busta ha certamente contribuito, ma Berrettini non sembra reagire in alcun modo, concedendo il secondo break a zero sull’1 pari. Per non parlare dei numerosi tentativi falliti con le palle corte e il suo sguardo demoralizzato. Del resto, anche il coach Vincenzo Santopadre, alla vigilia del match, aveva espresso qualche preoccupazione sul suo allievo. Probabilmente aveva intuito le difficoltà di Matteo su questa superficie e, in particolar modo, sulle condizioni odierne di essa.
A differenza del suo avversario, Berrettini è costretto a sudare nei suoi turni di battuta, nei quali ha messo in campo solo 4 aces. Dopo il cambio campo sul 3-2 per lo spagnolo nel secondo set, Santopadre consiglia a Berrettini una risposta più alta sul servizio di Carreno-Busta. E così fa l’azzurro, ma comunque non riesce a strappare la battuta allo spagnolo, che conquista il terzo break della partita. Si aggiudica quindi l’incontro dopo un’ora e un quarto, con il punteggio finale di 6-3, 6-2.
Lo spagnolo sfiderà il vincente della sfida tra l’italiano Fabio Fognini e il danese Holger Rune.
