No vax è scontro tra Meloni e Regioni
Medici no vax reintegrati: si inasprisce lo scontro tra il governo Meloni ed alcune Regioni: Campania, Puglia, Emilia Romagna e Lazio contestano il provvedimento del Cdm che, di fatto, annulla l’obbligo vaccinale per il personale sanitario. Con il conseguente rientro in ospedale di medici e infermieri che non si sono sottoposti a vaccinazione o che non l’hanno completato. Decreto che anche all’interno della maggioranza di destra appare non essere fondamentale per rinforzare i reparti ospedalieri, come sostenuto dal governo, in forte carenza. E che in linea di massima riguarderebbe il settore privato.
Il provvedimento, sotto l’egida del ministro della Salute, Orazio Schillaci, di fatto sta suscitando reazioni a catena. I presidenti di alcune regioni sono intervenuti duramente Tra questi, Vincenzo De Luca (nella foto), Campania, che ha sollecitato i direttori generali delle aziende ospedaliere a contrastare “anche ipotesi di contagio, evitando il contatto diretto del personale non vaccinato con i pazienti”. Idem Lazio e Emilia Romagna.
Sta facendo maggiore notizia la polemica tra la regione Puglia e il governo, nelle figure del presidente Michele Emiliano e dal sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato. Giovanni Migliore, presidente della Federazione delle aziende sanitarie e ospedaliere, spiega (all’Ansa) che il provvedimento del governo riguarderebbe piccole cifre. Si tratterebbe di “poche unità per ogni ospedale, dato che la maggior parte dei medici non vaccinati sono liberi professionisti”. Per Filippo Anelli, presidente degli Ordini dei medici, il personale effettivamente reintegrabile sarebbe di 1.800 unità e non di 4mila, secondo il governo.
Di questi, 461 sono odontoiatri, 325 doppi iscritti e 1.665 hanno più di 68 anni e, quindi, fuori dal Servizio sanitario nazionale. Poi, dai rimanenti 1.800 vanno esclusi i liberi professionisti, Insomma, un numero effettivo ancora più basso