Omicidio Sharon Verzeni, l’assassino sapeva orari e abitudini
Continuano le indagini per l’omicidio di Sharon Verzeni e, nonostante gli inquirenti non escludano nessuna pista, è sempre più evidente che l’assassinio della 33 enne non sia stato casuale ma mirato.
La signora portava ancora il telefono con sé e aveva dimenticato il portafogli a casa, quindi è improbabile che si sta trattato di un tentativo di rapina finito male. È come se l’assassino l’abbia sorpresa alle spalle, colpendola con tre coltellate alla schiena. Sharon potrebbe non essersi nemmeno accorta all’inizio di essere stata attaccata, o forse non ha avuto il tempo di vedere chi l’aveva ferita. Quando si è girata, l’assassino ha continuato ad attaccarla tre volte con particolare violenza e determinazione: una coltellata al petto e due all’addome. Maggiori dettagli saranno resi noti successivamente dall’autopsia.
Il sospetto è che chi ha ucciso Sharon la conoscesse bene e sapesse delle sue abitudini: dunque anche della passeggiata serale che faceva seguendo un percorso simile. Utile potrà essere quindi l’esame del suo cellulare.
Allo stesso modo per il movente non si esclude ancora niente, neanche quello passionale.
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Giornalista pubblicista iscritta all’Ordine della Lombardia