Scandalo Pincher: ‘game over’ per Johnson
Solo poche settimane fa il primo ministro inglese Boris Johnson aveva dovuto affrontare il voto di sfiducia legato allo scandalo noto come ‘Partygate’.
Con tale termine ci si riferisce al 2020 quando, nel periodo di restrizioni legate alla pandemia da Covid-19, alcuni esponenti del partito conservatore avrebbero violato il lockdown. Il motivo? Organizzare feste e raduni privati, in barba alle regole sugli assembramenti.
Ecco però che un nuovo scandalo accende i riflettori sui Tories, dopo soli tre anni dal loro insediamento al 10 di Downing Street. Si tratta del caso Pincher, scoppiato a seguito di alcune scioccanti rivelazioni pubblicate dal Sun. Secondo quanto diffuso dal tabloid inglese, il parlamentare Chris Pincher si sarebbe ubriacato al Carlton, un club di Londra, per poi ‘palpeggiare’ due uomini, tra cui un altro deputato. La notizia ha sconvolto l’opinione pubblica inglese, provocando le immediate dimissioni di Pincher dalla carica strategica di deputy chief whip.
A quelle dello stratega parlamentare, sono seguite le dimissioni del numero 2 del partito, Rishi Sunak, titolare della politica economica. Anche il ministro della Sanità, Sajid Javid, ha detto addio alla compagine guidata da Boris Johnson. Entrambi lo hanno comunicato alla stampa, ma Sunak ha usato toni molto duri nei confronti del Primo Ministro. Ha scritto: “Sono troppo diverso da Johnson: ci sono standard di comportamento che vanno rispettati, occorre saper dire la verità all’opinione pubblica”.
In risposta Johnson ha inviato una lettera ad entrambi, esprimendo dispiacere per la decisione presa, annunciando di aver provveduto a sostituirli. Il primo con il ministro dell’Istruzione, Nadhim Zahawi, che diventerà dunque nuovo cancelliere dello Scacchiere. Il secondo con Steve Barclay, finora capo gabinetto di Downing Street.
Il premier britannico ha poi parlato del caso Pincher, spiegando che non può esserci spazio nel governo per alcun “predatore sessuale”, definendo “un errore” non aver preso provvedimenti due anni fa, quando iniziano a diffondersi le prime voci sui comportamenti del deputato. Tuttavia le sue parole non hanno convinto né i disertori del governo né gli avversari. Dunque gli scenari che si possono presentare adesso sono tre. Un addio volontario, un cambiamento di regole interne ai Tories, per riproporre un voto di sfiducia, oppure l’esclusione del primo ministro firmato a maggioranza dei membri del consiglio di gabinetto. Questa l’ipotesi più accreditata dalla stampa britannica, che già vede Johnson perdere la carica di Primo Ministro inglese.
Nel frattempo, altri esponenti del partito hanno annunciato le dimissioni: il viceministro alla Famiglia Will Quince, la ministrial aide ai Trasporti Laura Trott e il viceministro per gli Standard della Scuola Robin Walker.
Boris Johnson è atteso in giornata alla Camera dei Comuni.
