Video stupro, la “difesa” di Giorgia Meloni
di Annachiara Flaminio
“No, è falso che nel video dello stupro di Piacenza, pubblicato da diversi grandi quotidiani e da me ripreso, si riconoscesse la vittima”. Così Giorgia Meloni (nella foto), sulla sua pagina fb, con l’intento di giustificarsi per avere pubblicato anche lei le immagini della brutale aggressione. “Era completamente oscurato – aggiunge – per questo l’ho diffuso. L’ho fatto per denunciare l’emergenza sicurezza che vivono da tempo le nostre città”.
Poi, evidenzia che “è incredibile che si parli del video pubblicato ‘anche dalla Meloni’, omettendo il fatto che io l’ho ripreso da un quotidiano. Che insieme ad altri lo aveva pubblicato”. Circostanza che non le evita critiche, non fosse per il fatto che, oltre che essere una politica è anche una giornalista con tanto di tessera. Appellarsi al diritto di cronaca o meglio anche diritto di politica, in questi casi, è totalmente errato. Utilizzarlo per commentarlo e farne uno steep per la sua campagna elettorale è davvero, si passi il termine, inqualificabile. Quindi, la Meloni chiama in causa la sinistra: “Rabbrividisco davanti al suo cinismo, disposta a diffondere menzogne e a lucrare anche sulla sofferenza di una donna violentata. Donna alla quale ribadisco la mia solidarietà, quella solidarietà che la sinistra non ha voluto esprimere”.
“Una sinistra incapace di provare empatia per la vittima se lo stupratore è un clandestino sbarcato illegalmente” rilancia la candidata a premier. “Sciacalli che hanno pubblicato le immagini di bambini morti riversi sulla spiaggia, che hanno diffuso il video di un uomo ucciso brutalmente senza filtri, e senza farsi scrupoli”. Una leader decisa, aggressiva che anche in questa circostanza, irresponsabile come la sinistra, fa finta di non volere capire la gravità di queste argomentazioni.