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Alberto Asor Rosa, conosciuto per tutti come Asor, ci ha lasciato all’eta di 89 anni. Grande studioso della letteratura italiana del 900. Storico della letteratura e saggista italiano: era nato a Roma nel 1933. Professore di letteratura italiana alla Sapienza di Roma, deputato del PCI, è stato uno dei grandi studiosi della nostra letteratura e del rapporto tra letteratura e ideologie politiche.

La dedizione per la letteratura:

Allievo di Natalino Sapegno, si laureò discutendo con Sapegno e Ungaretti una tesi di su Vasco Pratolini, tesi che poi diventò un libro. Con Scrittori e popolo, poi molte volte ripubblicato, analizzava il mutamento antropologico degli ultimi decenni, il passaggio dal popolo alla massa, e il rapporto della sinistra intellettuale con il proletariato. Un interesse, quello del rapporto tra intellettuali e potere, che è rimasto costante nella sua vita, come raccontò in un intervistato su Repubblica da Paolo Mauri qualche anno fa e in uno Straparlando, con Antonio Gnoli, in occasione dei suoi ottant’anni.

L’impegno politico:

Impegnato in politica fin da giovane, lasciò il il PCI nel 1956 dopo la tragedia ungherese e vi rientrò solo nel 1972: più volte parlamentare (eletto nel ’79), dopo la caduta del Muro fu membro della direzione del PDS. Collaboratore di periodici come Mondo operaio e Mondo nuovo, diresse ContropianoLaboratorio politicoe, nel ’90/91 fu direttore della nuova Rinascita, che sotto la sua guida però prese sin dal primo numero della rivista le distanze dal passato togliattiano.