Scoperto dagli agenti della squadra mobile di Bari un giro di prostituzione minorile che vede coinvolte almeno tre ragazze di 16 anni. Le indagini sono iniziate nel Marzo del 2022 grazie alla segnalazione della mamma di una delle minorenni insospettita dal comportamento della figlia. Sei persone sono state arrestate con l’accusa di induzione e sfruttamento della prostituzione. Tra i clienti delle giovani studentesse facoltosi professionisti disposti a pagare per ogni incontro diverse centinaia di euro. Attualmente due di loro, 42 e 47 anni, sono agli arresti domiciliari in quanto si ritiene che abbiano consumato rapporti sessuali con le ragazze pur consapevoli della loro minore età. Mentre è stato disposto l’obbligo di dimora nel comune di residenza per altre sue persone, di cui gestore di una struttura ricettiva nella quale tollerava l’esercizio della prostituzione.
La notizia di cronaca di Bari non può non richiamare alla memoria l’episodio di prostituzione di un gruppo di ragazzine benestanti del quartiere Parioli di Roma, un caso che ha infangato la Capitale Romana nel 2013 dove otto persone tra cui la mamma di una delle ragazze, finirono dietro le sbarre.
A Bari, però, una mamma ha deciso di denunciare, senza preoccuparsi di tutelare l’immagine della propria famiglia.
Sono queste ragazzine infatti, poco più che bambine, a dover essere tutelate e nonostante il clamore dei titoli dei vari mezzi di informazione che evidenziano in grassetto ” Baby Escort a Bari” o ancora ” le Baby Squillo”, non bisogna dimenticare che si tratta di adolescenti costrette alla prostituzione e sono queste bambine le vere vittime di quegli esseri che abusano di loro, non viceversa.
Oggi viviamo in un mondo che corre a mille all’ora, i figli crescono velocemente, molto più di quanto dovrebbero.
La nostra è una società distratta dove molti genitori, vuoi per questione di lavoro vuoi per mancanza di tempo, tendono a delegare la propria funzione.
Il ruolo genitoriale viene così delegato prima alle babysitter, quindi alla scuola, poi magari all’insegnante di fitness.
Ci si preoccupa troppo poco quando i bambini passano ore sui social, si sorride troppo facilmente quando si divertono davanti a Tiktok, si è troppo spesso complici nell’assecondare le loro inconsapevoli manie di ricevere un like!
Se non si dedica tempo di qualità ai figli, se non si avverte più il piacere ma soprattutto la responsabilità di porsi loro da esempio, ci si dovrebbe almeno chiedere quali esempi i ragazzi decidano di seguire di seguire.
Social, TikTok, influencer, challenge, per i minorenni il web è una giungla pericolosa dove si corre davvero il rischio di essere divorati.
Nessuna meraviglia allora se una giovane ragazza decida di vendere il proprio corpo per un capo firmato o per lo smartphone di ultima generazione, nessuna sorpresa se un bambino decide di lanciarsi da oltre dieci metri per ricevere un semplice like.