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La decisione della Corte di Cassazione riguardante il celebre “Castello delle Cerimonie“, conosciuto anche come La Sonrisa, ha posto sotto i riflettori una vicenda giudiziaria lunga e complessa.

Situato a Sant’Antonio Abate, in provincia di Napoli, il locale dei “matrimoni napoletani” è diventato famoso grazie alla trasmissione televisiva trasmessa di Real Time.

Tuttavia, dietro la facciata di festività e gioia matrimoniale, si cela una storia di abusi edilizi e illeciti che hanno costellato la sua esistenza.

La sentenza per il Castello delle cerimonie

La sentenza emessa ieri dalla Corte di Cassazione ha confermato l’avvenuta prescrizione dei reati contestati, risalenti agli anni ’80 e riguardanti una serie di abusi edilizi perpetrati sull’area di oltre 40mila metri quadri su cui sorge la struttura.

Quindi i colpevoli dei reati non potranno più essere perseguiti penalmente in quanto è trascorso il tempo previsto dalla legge per l’esercizio dell’azione penale.

La parte della sentenza concernente la confisca degli immobili e dei terreni su cui si erge La Sonrisa sarà tuttavia resa esecutiva, come previsto dalla normativa vigente.

Ciò significa che tali beni saranno acquisiti a patrimonio del Comune di Sant’Antonio Abate.

La vicenda giudiziaria del castello delle cerimonie

La vicenda giudiziaria ha visto coinvolti diversi protagonisti, tra cui Rita Greco, defunta moglie del “Boss delle Cerimonie” Tobia Antonio Polese, e Agostino Polese, suo fratello e amministratore della società.

Entrambi erano stati condannati in primo grado nel 2016 ad un anno di reclusione con pena sospesa.

La sentenza, parzialmente riformata dalla Corte d’Appello di Napoli è divenuta definitiva con il sigillo della Cassazione.

Resta ora da vedere come il Comune di Sant’Antonio Abate gestirà i beni confiscati ed il recupero e la riqualificazione dell’area interessata dagli abusi edilizi.