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Dopo il via libera della Florida al trasferimento in Italia di Chico Forti, condannato negli Stati Uniti per omicidio e porto d’armi, il Ministro della Giustizia italiano, Carlo Nordio, ha compiuto un passo significativo verso il riconoscimento della sentenza penale emessa dagli USA nei confronti del connazionale.

Il Ministro Nordio ha trasmesso all’autorità giudiziaria italiana, rappresentata dal procuratore generale di Trento, l’atto con cui chiede di promuovere, presso la Corte di appello, il riconoscimento della sentenza penale irrevocabile. Questo atto costituisce un passaggio fondamentale per il ritorno di Forti in Italia.

Contemporaneamente, il Ministro ha inviato al Department of Justice di Washington le informazioni tecniche necessarie per l’esecuzione della pena in Italia. Si tratta di passaggi tecnici che riguardano le modalità pratiche del trasferimento e dell’esecuzione della pena sul suolo italiano.

Il riconoscimento della sentenza americana da parte dell’autorità giudiziaria italiana è un tassello cruciale della procedura per il rientro di Forti nel nostro Paese. Una volta completata questa fase, si aprirà la strada per il trasferimento del detenuto e l’inizio dell’esecuzione della pena sul territorio nazionale.

Il caso di Chico Forti ha suscitato grande interesse mediatico e dibattito pubblico, anche in virtù delle controversie legate alla sua detenzione e alla sua condanna negli Stati Uniti.

Ora, con l’azione del Ministro della Giustizia italiano, si avvia una nuova fase del processo che potrebbe portare al suo rientro nel nostro Paese, dove potrebbe scontare il resto della pena con l’applicazione della libertà vigilata.

La vicenda di Chico Forti

Il 15 febbraio 1998, Dale Pike, figlio di Anthony Pike, proprietario del Pikes Hotel a Ibiza, viene trovato assassinato sulla spiaggia di Sewer Beach, Miami. Il corpo denudato viene scoperto con un visto turistico con la scritta “Pike” e “Iberia”, collegato al padre proprietario dell’hotel Pikes. Le indagini portano alla scoperta che Dale era a Miami per annullare la vendita dell’hotel, poiché venuto a conoscenza di una presunta truffa da parte di Chico Forti nei confronti del padre affetto da demenza.

Le prove contro Forti includono la sua presenza sul luogo del delitto, la sua implicazione in frodi immobiliari, il suo movente finanziario e la presenza di una pistola calibro 22, simile a quella usata nell’omicidio. Forti viene accusato di essere parte di un omicidio durante l’esecuzione di un altro crimine e condannato all’ergastolo senza possibilità di liberazione condizionale nel 2000.

Il caso ha suscitato l’interesse di vari esperti e politici italiani, con richieste di revisione del processo e attenzione da parte del governo italiano. Tuttavia, Forti ha sempre negato le accuse e rifiutato di pubblicare il verbale del processo. Nonostante le richieste di trasferimento in Italia per scontare la pena, le autorità statunitensi hanno obiettato, citando la mancanza di garanzie sulla completa esecuzione della pena.

Nel marzo 2024, durante una missione negli Stati Uniti, la premier italiana Giorgia Meloni annuncia un accordo per il trasferimento di Chico Forti in Italia, ponendo fine a anni di controversie e dibattiti sul suo caso.