Il tribunale dei minori di Palermo ha emesso una sentenza severa nei confronti del minorenne coinvolto nello scioccante caso di stupro di gruppo, Riccardo Parrinello, che ha sconvolto la città lo scorso luglio.
Maria Pino, il Gup responsabile del caso, ha condannato il 17enne a una pena di 8 anni e 8 mesi di carcere, superando di 8 mesi la richiesta formulata dal procuratore Riccardo Parrinello. Il processo, celebrato in abbreviato, ha visto il culmine di mesi di indagini e dibattimenti, mettendo finalmente sotto i riflettori la gravità di questo tipo di crimine.
La dinamica dello stupro di gruppo a Palermo
La giovane vittima, brutalmente aggredita in un cantiere abbandonato del Foto Italico, ha subìto non solo gli orrori dello stupro ma anche l’umiliazione di essere stata ripresa durante l’atto, con il video che circolava tra gli aggressori come un trofeo. La giustizia si è abbattuta anche sugli altri complici, tutti detenuti ed accusati di aver preso parte a questa tragica vicenda: Angelo Flores, Cristian Barone, Gabriele Di Trapani, Christian Maronia, Samuele La Grassa, Elio Arnao.
Le aggravanti del caso
Le circostanze aggravanti del caso sono state molteplici, con prove concrete che hanno testimoniato la natura premeditata e brutale dell’aggressione. Parrinello, inizialmente sembrava aver mostrato un minimo di pentimento, ma si è poi rivelato attraverso i suoi comportamenti successivi che non c’era alcuna vera comprensione della gravità dei suoi atti. Dopo un breve periodo di libertà vigilata, è tornato in carcere a seguito della pubblicazione sui social media di commenti e video che quasi “rivendicavano” gli abusi. La sua partecipazione a una chat in cui confessava con un amico che la giovane vittima non era consenziente durante il rapporto ha ulteriormente aggravato la sua posizione processuale.
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