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Un buongiorno amaro per il mondo dello spettacolo. Purtroppo questa mattina è arrivata, che nessuno avrebbe mai voluto sentire, ossia quella della scomparsa di Bruno Arena.

Il comico del duo “I Fichi d’India” nel 2013 è stato colpito da un aneurisma che lo ha costretto sulla sedia a rotelle. Sebbene la sua condizione di salute e vita fosse critica, non ha mai perso il sorriso, anche se impossibilitato nel potersi esibire con il suo amico e compagno di duo Max Cavallari.

Nonostante il suo allontanamento dalle scene teatrali e cinematografiche, Bruno Arena non ha mai disdegnato di partecipare a degli eventi pubblici accompagnato ovviamente da Max Cavallari. Indimenticabili infatti sono state le sue partecipazioni ai match di basket e palle partite dell’Inter, da tifoso numero uno.

Il debutto e perché si chiamano Fichi d’India

Una lunga storia ha accompagnato il lavoro e l’amicizia del duo.

Bruno Arena ha mosso i suoi primi passi nel mondo della comicità lavorando come animatore turistico nei villaggi, ma è stato l’incontro con Max ,nel 1988, ad aver portato fortuna ai due.

Tutto nacque da una passeggiata a Palinuro. Passeggiata fortunata tanto da volerla omaggiare chiamando il duo “Fichi d’India” in onore del paesaggio mediterraneo.

Bruno e Max nel corso della vita hanno condiviso tutto, anche la strada delle loro abitazioni. I due infatti erano vicini di casa, amici nella vita e per la vita.

Indimenticabile fu la dedica dell’amico Max nel periodo in cui le notizie in merito alla salute di Bruno non erano delle migliori:

Come posso immaginare un futuro senza mio “fratello. Il sipario è sempre aperto, non lo chiudo perché qui con me devi esserci anche tu».

Un’amicizia che li ha condotti al successo scoppiato con le prime comparse televisive: dalle barzellette raccontate a “La sai l’ultima?” fino ad arrivare a Colorado e Zelig.

Una vita divisa tra teatri e programmi televisivi, fin quando nel 2001 arrivò la chiamata per il loro primo film che di fatto li fece approdare nel mondo cinematografico.

Amici Ahrarara, con la regia di Franco Amurri.

Da lì fu un susseguirsi si successi: da Merry Christmas, con la regia di Neri Parenti fino ad arrivare al grande capolavoro Pinocchio con la regia di Roberto Benigni nel ruolo del “Il gatto e la volpe”.

Gli anni 2000 furono un vero e proprio successo, prendendo spesso parte a numerosi cinepanettoni: Natale sul Nilo, Natale in India, Matrimonio alle Bahamas solo per citarne alcuni.

Una vita caratterizzata dalle risate, il più potente mezzo per superare le avversità. E c’è da dire che Bruno di avversità ne ha dovute superare tante.

La prima, nel 1984 quando, a seguito di un’importante incidente d’auto, ha dovuto sottoporsi a numerosi interventi i quali purtroppo non hanno potuto impedire la perdita parziale della vista da un occhio.

Un vero e proprio cambio d’aspetto che per Bruno non è stato un limite, anzi. Attraverso la sua ilaritàcx è riuscito a trasformare una debolezza in un punto di forza, ironizzando spesso sull’aspetto fisico.

Ma fu l’aneurisma nel 2013 ad aver cambiato la sua vita per sempre.

Il cordoglio degli amici e della famiglia: Max Cavallari

A dare la notizia della sua morte è stato il figlio Gianluca scrivendo sui social: “Non ero pronto, ma tanto non lo sarei mai stato. Buon viaggio papà… lasci un vuoto immenso”.

Immediati anche i messaggi degli amici di una vita, il primo quello di Max Cavallari il quale ha scritto “Ti amerò per sempre, adesso farai ridere i grandi da lassù»

Ma anche quello di Paolo Belli: “Riposa in Pace grande amico mio”

Anche la politica ha voluto omaggiare il comico: dal tweet di Matteo Salvini fino ad arrivare al discorso di Nicola Acunzo nella Camera dei Deputati.

Un grande comico e uomo che negli anni ha allietato e ha fatto divertire intere generazioni, scrivendo inevitabilmente una pagina di storia della comicità italiana che oggi, purtroppo, si conclude. Grazie Bruno!