Il caso di Ilaria Salis, italiana coinvolta in un’inchiesta giudiziaria in Ungheria, continua a suscitare polemiche e tensioni politiche. Le dichiarazioni del portavoce del governo ungherese, Zoltan Kovacs, su un social media, rappresentano l’ultima fase di uno scontro verbale che ha coinvolto diverse parti interessate.
Kovacs ha affermato senza mezzi termini: “Ilaria Salis non è un’eroina. Lei e i suoi ‘compagni’ sono venuti in Ungheria e hanno commesso aggressioni barbare e premeditate contro cittadini ungheresi: questi sono i fatti“. Con queste parole, il portavoce del governo ungherese ha respinto le affermazioni che dipingevano Salis come una vittima o una figura coraggiosa.
Le critiche di Kovacs contro Roberto Salis
L’accusa è stata seguita da un avvertimento chiaro: il governo ungherese difenderà la reputazione e l’integrità della propria magistratura da ogni attacco politico. Kovacs ha quindi criticato il padre di Ilaria Salis per aver trasformato il caso della figlia in una questione politica, evidenziando che lui stesso ha espresso accuse infondate che richiedono una risposta politica.
“Come padre, forse farebbe bene a riflettere su come sua figlia sia rimasta coinvolta in un episodio del genere”, ha continuato Kovacs. Ha inoltre sottolineato il coinvolgimento passato di Salis in incidenti simili e ha precisato che il reato di cui è accusata è estremamente grave, con conseguenze legali rigorose secondo l’ordinamento giuridico ungherese.
Le dichiarazioni del portavoce del governo ungherese riflettono la tensione e l’asprezza del dibattito che circonda il caso di Ilaria Salis. Mentre le indagini proseguono e la situazione continua a evolversi, la questione si è trasformata in un dibattito politico e legale complesso, con conseguenze che si protrarranno a lungo nel tempo.
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