Il caso di Ilaria Salis, l’insegnante italiana detenuta in Ungheria da oltre un anno per presunte violenze nei confronti di due neonazisti, continua a suscitare interesse e preoccupazione. Il padre di Ilaria, Roberto Salis, ha annunciato in una conferenza stampa presso il Parlamento europeo a Strasburgo che i legali della sua figlia chiederanno gli arresti domiciliari per lei, ma questa volta in Ungheria anziché in Italia.
Secondo quanto riportato dal padre di Ilaria, questa mossa è supportata dalle norme europee, tra cui la Decisione Quadro del 2009 numero 829, che garantisce ai cittadini europei coinvolti in procedimenti penali all’estero gli stessi diritti riguardo alle condizioni di carcerazione alternative.
Finora, la richiesta di arresti domiciliari i legali della Salis la hanno presentata tre volte, ma sempre per il territorio italiano.
Le condizioni di detenzione di Ilaria in Ungheria sono descritte come leggermente migliorate rispetto al passato, tuttavia, secondo il padre, resta agitata e demoralizzata a causa delle interferenze continue del governo ungherese sul potere giudiziario.
Roberto Salis ha anche sottolineato che, nonostante alcuni miglioramenti nella situazione, il sistema carcerario ungherese presenta ancora gravi carenze, con sua figlia costretta a trascorrere 23 ore al giorno in cella, condizioni che sarebbero inaccettabili in Italia.
Le recenti interferenze del governo ungherese sul processo hanno ulteriormente minato il morale di Ilaria, secondo il padre. Queste azioni hanno suscitato preoccupazione per l’indipendenza della magistratura ungherese e hanno lasciato Ilaria perplessa e agitata.
Resta da vedere come si evolverà la situazione e se la richiesta di arresti domiciliari in Ungheria sarà accolta dalle autorità competenti
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