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Nell’aula della Corte d’Assise di Milano si torna a discutere del terribile omicidio di Giulia Tramontano, la giovane donna uccisa mentre era incinta del settimo mese del figlio Thiago. Oggi sono attesi alcuni testimoni dell’accusa, tra cui un’amica e una vicina di casa della vittima.

Il messaggio del padre di Giulia

Prima dell’inizio delle testimonianze, il padre di Giulia, Franco Tramontano, ha condiviso un toccante messaggio di dolore sui social media, sottolineando la sua richiesta di giustizia per la figlia e il nipotino.

«Con il sorriso e la bontà d’animo hai illuminato la vita di chi ti era vicino. Il tuo ricordo vivrà sempre nei nostri cuori, la tua luce continuerà a brillare nel cielo e il vento ci porterà il tuo profumo. Giulia, chiederemo giustizia per voi senza mai arrenderci. Il vostro assassino deve marcire in galera»

La testimonianza del comandante Bellotti

La testimonianza più significativa di questa udienza è quella del comandante della sesta sezione del Nucleo investigativo dei carabinieri di Milano, Gianluca Bellotti. Secondo quanto riportato, Alessandro Impagnatiello, l’accusato dell’omicidio, si era mostrato “assolutamente collaborante e anche freddo” quando si era presentato spontaneamente agli inquirenti poche ore prima del ritrovamento del corpo di Giulia. Il comportamento freddo e tranquillo di Impagnatiello avrebbe cominciato a vacillare solo dopo l’inizio delle indagini ufficiali, dimostrando una possibile consapevolezza della gravità della situazione.

La testimonianza del comandante Bellotti ha gettato ulteriori luci sul carattere dell’accusato e sulle circostanze che circondano il tragico evento.

Altri dettagli scioccanti riguardo il delitto di Giulia Tramontano

La sesta udienza del processo ha anche portato alla luce nuovi dettagli scioccanti sul delitto. Secondo il medico legale Nicola Galante, la morte del piccolo Thiago è avvenuta successivamente a quella della madre e è stata causata da un’insufficienza vascolare provocata dall’emorragia materna. Inoltre, le ferite sul corpo di Giulia suggeriscono che potrebbe essere stata sorpresa alle spalle e che ha tentato di difendersi dall’aggressore.

Ma forse la rivelazione più inquietante è emersa dalla testimonianza del tossicologo Mauro Minoli, il quale ha affermato che Giulia potrebbe essere stata avvelenata per mesi prima dell’omicidio con del veleno per topi. Questo nuovo dettaglio getta una luce ancora più sinistra sulla storia e solleva interrogativi sulla natura premeditata e prolungata dell’abuso nei confronti della vittima.

Il processo a Alessandro Impagnatiello continua a rivelare nuovi dettagli e a dipingere un quadro sempre più complesso di un crimine che ha scosso profondamente tutta Italia.

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