• Tempo di Lettura:3Minuti

Ad una settimana dalla scomparsa di Giulia Cecchettin e Filippo Turetta arrivano le prime certezze su un caso che desta paura e angoscia.

Filippo Turetta è stato iscritto nel registro degli indagati per tentato omicidio a seguito del video ripreso dalle telecamere di sorveglianza dello stabilimento Dior a Fossò, luogo dove sono state repertate macchie di sangue, capelli e nastro adesivo.

Nel video si vede Turetta colpire a mani nude Giulia che cerca di scappare, viene rincorsa e raggiunta da Filippo che la colpisce ancora una volta facendola stramazzare a terra. Turetta poi la carica in macchina, ancora viva, per dileguarsi nella notte.

Un video che conferma l’idea che Giulia non si sarebbe mai allontanata da sola, a maggior ragione a pochi giorni dalla discussione di laurea.

La Procura di Venezia, in concomitanza con l’iscrizione di Turetta nel registro degli indagati per tentato omicidio, ha disposto una perquisizione nella casa del 22enne alla ricerca di elementi che possano aiutare gli inquirenti nelle indagini.

Whatsapp di Turetta

Il telefono di Giulia e quello di Turetta risultano spenti dalla notte della scomparsa. Tuttavia gli inquirenti stanno ipotizzando che Turetta possa avere con se un secondo dispositivo in quanto i messaggi Whatsapp, a lui inviati, risultano con la doppia spunta grigia.

Nello specifico significa che il messaggio è stato inviato correttamente ed è stato ricevuto dalla persona interessata. Questo significa che su qualche dispositivo l’applicazione di messaggistica è in funzione.

Ora è necessario comprendere se l’applicazione è aperta su qualche dispositivo che Turetta sta portando con se nel viaggio verso l’Europa che dura già da sei giorni. Se così fosse, attraverso dei sistemi di geolocalizzazione sarebbe possibile comprendere dove si trova il 22enne.

La fuga verso l’Austria

Nella puntata del 17 novembre di Quarto Grado il direttore del quotidiano “Il Gazzettino”, Roberto Papetti, ha rilasciato delle importanti dichiarazioni in merito al caso di Giulia Cecchettin e Filippo Turetta.

Sembrerebbe infatti che la vettura di Turetta, la Fiat Grande Punto Nera targata FA015YE, sia in Austria da mercoledì e che non ci siano evidenze di un suo rientro in Italia. A questo si aggiunge un elemento che desta ulteriore preoccupazione. Sembrerebbe infatti che dalle immagini della vettura, scattate da sistemi elettronici, sia possibile vedere solo la sagoma del conducente. Elementi che devono essere ancora analizzati.

Per Turetta è scattato il mandato di arresto europeo.

La forza Elena Cecchettin sorella di Giulia

In queste ore di angoscia, paura e ansia Elena Cecchettin, sorella di Giulia, con grande forza ha sempre parlato alla stampa raccontando Giulia, facendo appelli a Filippo e riportando gli atteggiamenti di quest’ultimo nei riguardi di Giulia.

Nell’intervista rilasciata al Gazzettino Elena spiega: “Posso raccontare tanti episodi in cui Filippo ha dimostrato di poter diventare pericoloso. Un’amica di Giulia mi ha raccontato che lui una volta si è presentato alla fermata dell’autobus, dopo che lei gli aveva detto che preferiva andare a fare acquisti a Padova senza di lui. Filippo le controllava il telefono, al punto che Giulia aveva disattivato la funzione che mostra l’ultimo accesso su Whatsapp. Ma lui trovava comunque il modo di controllarla, dopo che le aveva mandato la buonanotte, per essere sicuro che lei non avesse ricevuto altri messaggi, le mandava un emoticon, fingendo di fare il carino, così vedeva se il messaggio veniva recapitato con una sola spunta o due”.