Articolo di Vincenzo Graziano
Sabato 15 ottobre Shada P. Coonley ha presentato il suo nuovo romanzo, introdotta da Maria Cristina Orga che ci ha regalato anche la lettura di alcuni brani chiave.
La presentazione si è svolta nella splendida libreria editrice Vocali di via Roma a Portici, un accogliente presidio di cultura nata dalla scommessa e dal sogno di una maître sommelier che dopo anni in giro per il mondo ha realizzato un nido tanto intimo quanto a tutti aperto.
Taralli e tè freddo è un titolo che potrebbe far storcere il naso ai puristi che vede i due ingredienti antitetici, ma è da subito è l’autrice a chiarire che è un inno al manifestare la propria unicità e al non uniformarsi alla massa senza svelare però se ci si riferisca a un passaggio nel libro.
Oltre all’unicità, l’altra parola chiave dell’opera è il disagio, quello personale che tutti i personaggi vivono, specchio di inquietudini e ansie che contornano il nostro tempo.
Le vite dei cinque protagonisti sono tra loro legate o lo faranno come le dita sono unite alla propria mano.
Alessandro è un traduttore di testi tecnici, compito che gli permette, nel suo appartamento, di circondarsi di una (per lui) gradevole solitudine. Qui le notti passano lavorando con la compagnia dei fantasmi dei suoi genitori: un padre affettuoso che lo ha lasciato fin troppo presto e una madre anaffettiva, chiusa in un istituto a causa della sua demenza.
Maurizio è uno psicoterapeuta vessato dal peso del disprezzo umano e professionale che il padre non manca mai di celare. Sposato con Rita da cui ha avuto un figlio mantiene l’apparenza borghese con cui sopravvive. L’unico suo rifugio è scrivere parole per l’amore di sempre, che non è Rita, bensì la sua vecchia amica Anna.
Anna è cresciuta lacerata con due genitori il cui amore era finito ma che avevano tenuto insieme le apparenze per il suo bene. Vive lontano da Maurizio ma tornerà in città a trovarlo, in un incontro che per entrambi assumerà un diverso significato
Renato, che insieme ad Alessandro e Maurizio formavano un gruppo indissolubile di amici detto “I tre moschettieri”, è figlio unico e amatissimo che ha visto la madre consumata da un cancro e il suicidio del padre che non ha retto alla perdita dell’amore della sua vita e al raddoppiato bisogno affettivo verso il proprio figlio. Aiutato dagli amici e in terapia da Maurizio maturerà una decisione inaspettata.
Lora è una donna bellissima con la porta del cuore sbarrata a qualunque sentimento dopo avere perso entrambi i genitori in un incidente. Vive un appartamento che odora di Belle Époque grazie ai mobili ereditati dalla nonna dove riceve una clientela selezionata che la paga profumatamente per i suoi esclusivi servigi. Questa indolente routine, anestetizzata dai numerosi gin tonic in cui annega i conti non fatti col passato, viene sconvolta da un’aggressione che la lascia tramortita a terra: è Alessandro a soccorrerla.
Da quel momento diverranno compagni di viaggio, che come nell’omonima canzone di De Gregori, avendo avuto la parola d’ordine che fa da codice d’accesso al proprio dolore, pur prendendo itinerari diversi tenderanno sempre a rincontrarsi senza mai lasciarsi.
Chi è il misterioso aggressore?
Cosa lo lega ad Alessandro? La vicenda procede con rito incessante dove tutti i pezzi si ricomporranno in una conclusione nient’affatto scontata.






La giovane autrice nata a Pozzuoli, classe 1982, due sorelle, è figlia di un militare statunitense e una donna italiana. Dopo aver vissuto in varie città nel Belpaese e negli Stati Uniti seguendo, insieme alla famiglia, il lavoro del papà, Shada nel 2000 si trasferisce a Milano per alcuni anni, dove perfeziona la sua formazione professionale ed umana. Oggi è felicemente sposata e ha una bambina. Vive con la sua famiglia a Portici dove insegna inglese e scrive.
“Taralli e tè freddo” è il suo secondo romanzo. Ha esordito nel 2021 sempre per Vocali editrice con il romanzo “Con i fari negli occhi”. Sta ultimando il suo terzo lavoro sul quale mantiene ancora il massimo riserbo.