Nel processo in corso a Roma sul caso di Giulio Regeni, il ricercatore italiano brutalmente assassinato in Egitto nel 2016, emergono nuove testimonianze che gettano luce sui sospetti e sulle minacce ricevute da Regeni nei mesi precedenti alla sua scomparsa. Una testimone chiave, identificata come «teste Beta», cittadina tedesca che viveva con Regeni e Mohamed El Sayed al Cairo, ha fornito importanti dettagli sull’interessamento dei servizi segreti egiziani alla vita del giovane ricercatore italiano.
La visita dei servizi segreti alla casa di Giulio Regeni
Poco prima di Natale del 2015, un presunto agente della National Security egiziana si sarebbe recato nell’appartamento che Regeni condivideva con altri coinquilini, chiedendo copia del suo passaporto. La richiesta, a detta della testimone, è stata fatta tramite Mohamed El Sayed, anche lui residente nell’appartamento. El Sayed, visibilmente scosso, avrebbe poi riferito alla testimone che il controllo era stato eseguito dal servizio di sicurezza nazionale egiziano. Secondo quanto riportato in aula, la visita ha suscitato paura e preoccupazione tra i coinquilini, a conferma del clima di tensione e controllo che Regeni stava subendo.
I dettagli della testimonianza protetta della “teste Beta”
Ascoltata in modalità protetta per ragioni di sicurezza, la teste Beta ha raccontato ulteriori dettagli sul comportamento di El Sayed durante e dopo la visita dell’agente dei servizi. La testimone ha spiegato che El Sayed, convinto della pericolosità dell’incontro, decise di non raccontare nulla a Giulio, ma si limitò a dirgli che «gli stranieri dovevano fornire documenti e presentarsi alla stazione di polizia». Questo dettaglio alimenta l’ipotesi che El Sayed avesse intuito l’interesse delle autorità per Regeni, sospettando che il giovane ricercatore potesse essere coinvolto in qualcosa percepito come problematico dal governo egiziano.
Le nuove rivelazioni: un quadro di controllo e sospetti
La testimonianza della teste Beta conferma l’attenzione continua dei servizi segreti egiziani nei confronti di Giulio Regeni. Le autorità egiziane, già sotto accusa per il presunto ruolo nell’arresto e nella scomparsa del ricercatore, si trovano a fronteggiare una nuova serie di prove e testimonianze che sottolineano il clima di sorveglianza e intimidazione esercitato nei confronti di Regeni.
L’impatto delle nuove testimonianze sul processo
Questa audizione rappresenta un ulteriore passo avanti nel processo di ricerca della verità sulla tragica morte di Giulio Regeni. La famiglia di Giulio e l’Italia continuano a chiedere giustizia, spingendo per la verità su quanto accaduto e per individuare i responsabili. La testimonianza della coinquilina tedesca, infatti, apre nuovi spunti per l’indagine, poiché indica che Regeni era già nel mirino delle autorità egiziane settimane prima della sua scomparsa.
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