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Il corpo di Liliana Resinovich sara’ riesumato. ll sostituto procuratore Maddalena Chergia “ha disposto con la procedura dell’accertamento tecnico non ripetibile il conferimento, a un collegio di consulenti, dell’incarico di riesumazione della salma di Liliana Resinovich” secondo la nota del procuratore capo di Trieste, Antonio De Nicolo. Per Cristina Cattaneo, antropologa forense che si è occupata della perizia medico legale per fare chiarezza sulla morte della Resinovich, la riesumazione è quanto mai opportuna per fare luce sulla morte della 63enne scomparsa il 14 dicembre e ritrovata cadavere il 5 gennaio dello scorso anno.
La vittima fu ritrovata nel bosco dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni: la testa era stretta in sacchetti di plastica e il corpo avvolto da due sacchi.
“Per me è importante che il corpo di Liliana possa dare delle risposte, perciò non mi oppongo” alla riesumazione. Spero che la dottoressa Cattaneo, consulente della Procura di Trieste, possa avere delle risposte. Dopodiché io aspetto il nulla osta per cremare Liliana, questo è quello che interessa di più a me. E’ un momento doloroso, ma siccome è da mesi che ne parliamo, sono preparato e poi il 5 gennaio saranno due anni dal ritrovamento di Liliana, che comunque è un dolore immenso”. Questa la dichiarazione del marito di Liliana Resinovich, Sebastiano Visentin, come riportato dall’Ansa.
Riesce difficile pensare che si tratti di un suicidio viste le condizioni del suo corpo: dalle precedenti indagini nessuna traccia di un possibile assassino ma il Gip di Trieste Luigi Dainotti aveva già riaperto le indagini per omicidio e non per sequestro di persona. Del resto il fratello della vittima ha sempre rifiutato l’idea che la sorella si fosse suicidata e adesso la riesumazione apre nuovi scenari di indagini come le analisi degli account delle persone coinvolte ma soprattutto quelli del marito Visentin e di Claudio Sterpin a cui Liliana era molto legata.