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Le indagini sull’omicidio di Sharon Verzeni proseguono con intensità. I Carabinieri sono impegnati a esaminare ogni dettaglio nel tentativo di individuare l’assassino. Un elemento di interesse è emerso da un box di proprietà di un italiano, dove è stata trovata una branda coperta da borse, borsoni e altro materiale. Gli investigatori ritengono questo particolare meritevole di approfondimento, sospettando che l’assassino possa aver frequentato il box o nascosto qualcosa al suo interno. Le quattro feroci coltellate che hanno tolto la vita a Sharon sembrano tuttavia poco compatibili con un delitto casuale commesso da uno sconosciuto.I Carabinieri hanno sequestrato diversi coltelli, rintracciati grazie alle indagini e alle segnalazioni dei residenti. Ora, questi coltelli dovranno essere analizzati per verificare se uno di essi possa essere l’arma del delitto.

Le testimonianze

Sabato scorso, cinque Carabinieri in borghese hanno perlustrato l’area tra la recinzione del condominio, vicolo Castello e via Primo Maggio. In quest’area vive una donna di 75 anni che ha ricordato un particolare significativo solo dopo aver appreso dell’omicidio. «Ho sentito un’automobile partire a forte velocità, come se sgommasse,» racconta. «Era tra mezzanotte e l’una, perché mi ero alzata per andare in bagno e avevo i doppi vetri.»Anche le telecamere di sorveglianza sono state acquisite dagli investigatori, comprese quelle di negozi, banche e abitazioni private. Tuttavia, queste riprese non coprono interamente le strade. Un video aveva attirato l’attenzione con la presenza di un ragazzo che correva in una laterale di via Castegnate, ma non è stato considerato rilevante.

L’attenzione si è concentrata anche su chi avrebbe potuto incrociare Sharon Verzeni prima del suo assassino. Tra questi, i panettieri del forno al civico 11, che arrivano verso l’una e mezza di notte. «Io sono arrivata verso le 3,» racconta una delle lavoratrici, «e ho visto l’ambulanza. Pensavo a un malore.»Un altro potenziale testimone è un uomo che quella notte passeggiava con la sua compagna e i loro tre cani. «Devono aver fatto lo stesso tragitto della donna uccisa, ma prima di lei,» riferisce la madre dell’uomo. «La fidanzata di mio figlio ricorda di aver visto che era mezzanotte e 15 minuti.»Nel tardo pomeriggio, una donna e una ragazza sono arrivate in auto, hanno deposto un lumino e se ne sono andate rapidamente. «Se la conoscevamo? Sì,» hanno dichiarato brevemente.

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