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Irene Margherito, una 47enne colpita da un proiettile alla testa domenica pomeriggio durante una lite familiare lungo la complanare tra Mesagne e Brindisi è deceduta dopo ore di agonia nel reparto di rianimazione dell’ospedale Perrino di Brindisi. Il cognato, Adamo Sardella, 55 anni, è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario e porto abusivo di arma da fuoco.

La dinamica dei fatti

Domenica pomeriggio, una lite tra due nuclei familiari è degenerata in tragedia. Irene Margherito è stata raggiunta da un proiettile calibro 7,65 alla testa. Le sue condizioni sono apparse subito gravissime, con poche speranze di sopravvivenza. I medici dell’ospedale Perrino hanno lottato per ore per salvarle la vita, ma le ferite erano troppo gravi. Lunedì 27 maggio, alle 15:00, è stata dichiarata la morte encefalica e, sei ore dopo, il decesso è stato confermato.

Il dolore della famiglia

La morte di Irene ha lasciato un vuoto incolmabile nei cuori dei suoi cari, in particolare nei due figli. La figlia di Irene, in un post sui social domenica, aveva espresso un disperato messaggio di speranza: “Mamma svegliati ti prego“. Purtroppo, il suo desiderio non si è avverato, e la famiglia ora si trova a fare i conti con una perdita straziante.

La donazione degli organi

Nonostante la tragedia, un gesto di grande generosità è emerso: Irene aveva espresso in vita la volontà di donare i suoi organi. La famiglia ha confermato il consenso, permettendo così che la sua morte possa dare speranza ad altre vite. La procedura di espianto degli organi ha richiesto anche l’autorizzazione del pubblico ministero Paola Palumbo, che coordina le indagini della Procura di Brindisi. Le forze dell’ordine, compresi i poliziotti del commissariato di Mesagne e della squadra mobile di Brindisi, stanno lavorando incessantemente per ricostruire i drammatici minuti di domenica.

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