Totò, 58 anni senza il ‘Principe della Risata’
Antonio De Curtis, per tutti semplicemente Totò, è stato e rimane uno dei volti più amati della cultura italiana. Attore, comico, poeta e sceneggiatore, Totò non è solo un simbolo della comicità, ma un vero e proprio fenomeno culturale che ha attraversato il Novecento lasciando un’impronta indelebile.
Nato a Napoli il 15 febbraio 1898, Totò è cresciuto nei quartieri popolari, dove ha iniziato ad assorbire l’umanità, i gesti e i modi di parlare del popolo. Quegli stessi tratti che porterà sul palco e sul grande schermo, trasformandoli in arte pura.
Una carriera straordinaria
Totò ha iniziato a calcare i palcoscenici del varietà e del teatro comico negli anni Venti, per poi conquistare il cinema a partire dagli anni Quaranta. Ha recitato in oltre 90 film, spesso girati a ritmo serrato, a volte anche due o tre contemporaneamente. Eppure, anche nei film più semplici, la sua presenza scenica, la mimica irresistibile, la comicità surreale e intelligente erano inconfondibili.
Film come ‘Totò, Peppino e la malafemmina’, ‘I soliti ignoti’, ‘Miseria e nobiltà’ o ‘Totò a colori’ sono pietre miliari del cinema italiano. In molti di essi, ha lavorato al fianco di attori come Peppino De Filippo, Aldo Fabrizi, Nino Taranto, e registi del calibro di Mario Monicelli e Steno.
Oltre la comicità
Dietro la maschera comica si nascondeva un uomo di grande sensibilità e malinconia. Totò era anche un fine poeta: la sua celebre poesia ’A livella è una riflessione toccante sull’uguaglianza della morte, sul senso della vita e sull’umiltà. In molte interviste e testimonianze, emerge la figura di un uomo profondamente umano, segnato da dolori personali — come la morte prematura della figlia Liliana — ma sempre pronto a regalare sorrisi a tutti.
Il mito che non tramonta
Totò è morto il 15 aprile 1967, a Roma, ma il suo mito non si è mai spento. Anzi, negli anni è cresciuto, come accade solo ai grandi. Le nuove generazioni continuano a scoprirlo, grazie alle continue repliche in TV e a internet. Le sue battute, i suoi gesti, la sua voce, sono entrati nel linguaggio quotidiano.
A Napoli è venerato quasi come una figura sacra. La sua maschera vive nei murales, nei vicoli, nei teatri e nelle scuole di recitazione. Totò è diventato un simbolo universale: dell’intelligenza popolare, della dignità, della resistenza attraverso il sorriso.

Giornalista pubblicista iscritta all’Ordine della Lombardia