Il 12 aprile 1961, 63 anni fa, in piena Guerra Fredda, Yuri Gagarin compie un’impresa epocale per la corsa allo Spazio che allora vedeva contrapposti USA e URSS.
A soli 27 anni Gagarin, nato nell’Oblast di Smolensk in una famiglia di contadini, sale a bordo della capsula spaziale Vostok 1 diventando il primo uomo a viaggiare attorno alla Terra a una velocità di 27.400 chilometri orari e a una distanza massima di circa 327 km dalla superficie terrestre.
Il mondo assisteva con trepidante emozione a un evento che avrebbe cambiato per sempre la storia e Gagarin compiva un’impresa leggendaria, aprendo la strada all’esplorazione spaziale e inaugurando una nuova era di conquiste.
Il volo di Gagarin non fu solo un’impresa individuale, ma il simbolo di una sfida più grande: la corsa allo spazio tra Unione Sovietica e Stati Uniti. In piena Guerra Fredda, la conquista del cielo rappresentava un terreno di scontro ideologico e tecnologico. L’Urss aveva appena battuto sul tempo gli Usa, dimostrando la superiorità del suo sistema e accendendo la competizione per la supremazia spaziale, in una partita a scacchi che si concluse solo il 20 luglio 1969 quando i due astronauti della Nasa Neil Armstrong e Buzz Aldrin misero per la prima volta piede sulla Luna. Per questo motivo il 12 aprile è stata scelta dalle Nazioni Unite come data per festeggiare la ‘Giornata internazionale del volo umano nello spazio’.
GAGARIN, UN EROE NAZIONALE
Grazie alla sua impresa, l’Unione Sovietica segna un importante successo nel suo programma spaziale avviato meno di quattro anni prima con il lancio dello Sputnik. Gagarin viene spesso ricordato come il “Cristoforo Colombo dello spazio” e diventa un eroe nazionale in patria, decorato dalle più alte onorificenze sovietiche.
Quello sarà il suo unico volo nello spazio ma, negli anni successivi, continuerà a collaborare alla preparazione di altre missioni spaziali, tra cui quella che porterà in orbita Valentina Tereshkova.
Il suo grande coraggio e la sua tenacia hanno aperto la strada ad un viaggio senza fine, quello dell’umanità verso le stelle, e continuano ad ispirare oggi esploratori, scienziati e sognatori.
Yuri Gagarin, ironia della sorte, morirà pochi anni dopo, il 27 marzo 1968, in un incidente aereo con un MIG-15 avvenuto in circostanze poco chiare. Circostanze che, nel corso degli anni, hanno alimentato diverse teorie. L’eredità di Gagarin, invece, è ancora viva oggi.
Giornalista pubblicista iscritta all’Ordine della Lombardia