All’Archivio di Stato di Napoli venerdì 17 novembre 2023, ore 17.00 la presentazione del libro di Pasquale Lubrano Lavadera “Anna Maria Ortese e l’isola di Procida, storia di un epistolario”, IOD edizioni.
Con l’autore, interverranno Lorenzo Terzi Funzionario dell’Archivio di Stato, Donatella Trotta giornalista e scrittrice, Pasquale Testa Direttore editoriale della IOD. Introduce e modera Gea Finelli, giornalista e scrittrice. “Sentii parlare di Anna Maria Ortese nel 1967 – racconta Pasquale Lubrano Lavardera – quando vinse il Premio Strega con il romanzo Poveri e semplici. L’incontro con le sue opere risale invece al 1987, allorquando la Adelphi aveva cominciato a pubblicare tutti i suoi romanzi. Prima la riedizione de L’iguana nel 1986, poi la raccolta di prose e racconti In sonno e in veglia nel 1987 per la quale le era stato assegnato nell’isola di Procida, mio paese di residenza, il Premio Procida-Isola di Arturo-Elsa Morante. Nella speranza di poterla incontrare per un’intervista, lessi i racconti di In sonno e in veglia: una vera e propria folgorazione…Ma la Ortese non giunse a Procida, isola che lei conosceva e che aveva visitato anni addietro con l’amico Raffaele La Capria. Inviò però alla Giuria del Premio un messaggio struggente e carico di poesia che mi sollecitò a scrivere di lei. Nacque un articolo per la rivista “Città Nuova” che cercai di recapitare alla scrittrice, rinchiusa all’epoca nel suo appartamento di Rapallo. La Ortese mi rispose ringraziandomi e fu l’inizio di un dialogo a distanza. Seguirono ancora mie lettere alle quale lei sempre rispondeva. Poi un lungo silenzio. Era il pomeriggio del 26 ottobre del 1991 quando, al telefono, per la prima volta udii la sua voce, limpida, asciutta, piena di un innocente stupore che mi rassicurò e mi dispose alla confidenza…”.
Lo scrittore-giornalista Pasquale Lubrano Lavadera, precisa che questo libro che non sarebbe mai nato se, dopo la morte di Anna Maria Ortese, avvenuta il 9 marzo 1998, non avesse donato nel 2006 le lettere all’Archivio di Stato di Napoli che aveva costituito il “Fondo Ortese”. Infatti, in quello stesso anno, Lubrano Lavadera fu invitato a intervenire al primo Convegno Nazionale su Anna Maria Ortese a cura dell’Archivio di Stato. In quell’occasione, nel preparare la relazione, rivisse con grande emozione l’esperienza straordinaria vissuta in quegli anni. Un’ esperienza di valore letterario e umano che la IOD editrice ha voluto pubblicare per offrire al pubblico italiano pagine intime e sofferte di una delle più grandi scrittrici italiane del 900.


Scrive in prefazione Filippo La Porta: “Il carteggio tra Pasquale Lubrano e Anna Maria Ortese -una delle maggiori voci letterarie del ‘900 italiano – si può leggere anche come una storia d’amore – benché atipica – , durata quasi dieci anni. E si tratta di amore trobadorico per una persona assente, fisicamente inafferrabile, eppure ben presente in tutto quello che ha scritto. La prolungata “fedeltà” di Lubrano, la devozione con cui ha letto, compitato, recensito i romanzi e i racconti della Ortese (conquistando attraverso le lettere la sua preziosa fiducia) testimonia della utopia della letteratura stessa, quasi unico spazio residuo del gratuito e dell’antiutilitaristico nella nostra società delle merci. (in Alonso e i visionari leggiamo che la dimensione ultima del mondo è data dalla Inutilità e dalla Grazia). La drammaturgia del carteggio è da subito avvincente: Lubrano è sicuro di incontrarla nella sua Procida quando la scrittrice vince il premio intitolato ad Elsa Morante(1988) con In sonno e in veglia, però lei non si presenta, come già aveva fatto nel 1967 allo Strega. Poi, dopo aver letto il Porto di Toledo le fa recapitare una prima lettera a Rapallo, e da lì inizia un epistolario intenso e di insolita trasparenza reciproca”.

Giornalista e conduttrice televisiva, crede in una stampa libera e ritiene che “una cronista debba sempre consumare la suola delle scarpe”. Il suo motto? “Io vivo la vita e scrivo cio’ che vedo” di Anna Politkovskaja.