Gorbaciov: cambiò il mondo con la perestrojka e perse l’URSS
Tra perestrojka, disarmo nucleare e il crollo dell’URSS, la parabola storica di Michail Gorbaciov resta uno spartiacque nella storia del XX secolo. Tra luci di pace e ombre di dissoluzione.
Premio Nobel per la pace, icona del dialogo con l’Occidente, ma anche protagonista della fine dell’Impero Sovietico. Gorbaciov è stato l’uomo della speranza e della frattura. E oggi, la sua eredità divide ancora.
Da Stavropol al Cremlino: l’ascesa di un apparente moderato
Nato nel 1931 da una famiglia contadina, Michail Sergeevič Gorbaciov è il primo leader sovietico ad aver studiato legge e a non provenire dalla nomenklatura stalinista. Sale rapidamente nei ranghi del Partito Comunista grazie alla sua efficienza come dirigente regionale.
Nel 1985, a soli 54 anni, prende le redini dell’Unione Sovietica dopo la morte di Černenko. È il segnale che qualcosa sta per cambiare.
📸 Gorbaciov da giovane segretario del PCUS, 1984
Didascalia: Dinamico, colto, europeista: il “nuovo corso” sovietico inizia con un volto sorridente.
Perestrojka e Glasnost: la rivoluzione dall’interno
Le sue due parole chiave – perestrojka (ristrutturazione) e glasnost’ (trasparenza) – segnano l’inizio di una stagione di riforme politiche, economiche e culturali senza precedenti nella storia sovietica.
Gorbaciov vuole salvare il sistema riformandolo, ma la macchina dell’URSS è troppo rigida. L’apertura economica produce inflazione e carenze, mentre la libertà di stampa apre il vaso di Pandora delle critiche interne.
📸 Manifesto del 1987: “Più verità, più forza al socialismo”
Didascalia: L’intento era rilanciare l’Unione. Il risultato fu l’inizio della sua fine.
Il Nobel e la pace con Reagan: il dialogo Est-Ovest
Uno dei maggiori successi di Gorbaciov è sul piano internazionale. Tra il 1985 e il 1991, incontra Ronald Reagan e George H. W. Bush in una serie di vertici storici che portano alla riduzione degli arsenali nucleari (trattato INF, 1987) e alla fine della guerra fredda.
Nel 1990 riceve il Premio Nobel per la Pace. L’Occidente lo applaude. In patria, invece, iniziano a chiamarlo “il liquidatore”.
📸 Gorbaciov e Reagan a Reykjavík, 1986
Didascalia: Il gesto che cambiò la geopolitica del mondo: una stretta di mano tra rivali storici.
Il crollo del Muro e la dissoluzione dell’Impero
Il crollo del Muro di Berlino (novembre 1989) avviene senza che Mosca opponga resistenza. È un evento epocale che segna la fine del Patto di Varsavia e l’indipendenza dei paesi dell’Europa orientale.
Nel 1991, dopo un fallito golpe di Stato da parte dei comunisti ortodossi, Gorbaciov perde il controllo. Il 25 dicembre 1991 si dimette: l’URSS cessa di esistere.
📸 Gorbaciov annuncia le dimissioni in diretta TV, 25 dicembre 1991
Didascalia: Il leader che ha spento la bandiera sovietica sul Cremlino: “Ho dato tutto me stesso”.
Luci e ombre di un uomo tra due mondi
Luci:
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Apertura al mondo e fine della Guerra Fredda
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Riduzione delle armi nucleari
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Libertà di stampa e pluralismo politico
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Dialogo con l’Europa
Ombre:
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Crisi economica e inflazione incontrollata
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Nazionalismi e guerre post-sovietiche (Caucaso, Asia centrale)
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Incapacità di gestire il cambiamento interno
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Perdita di consenso tra i russi, considerato debole
L’eredità in Russia: tra rispetto internazionale e disprezzo interno
Gorbaciov è ancora oggi più stimato all’estero che in patria. In Russia, la sua figura è controversa: per alcuni è un traditore, per altri un illuso. Non ha mai più ricoperto ruoli di potere, ma ha continuato a intervenire nel dibattito pubblico con la Fondazione Gorbaciov.