Nilde Iotti , la ragazza emiliana che scrisse la costituzione e trasformò l’Italia
“La costituzione non ha e non può avere né un’ideologia né una filosofia di parte” così interveniva Nilde Iotti il 25 Novembre 1969 alla camera sul disegno di legge per introdurre il divorzio in Italia. Nilde, la prima donna eletta presidente della camera dei deputati che ci ha lasciato in eredità la vocazione a coltivare l’autonomia del pensiero e il rispetto delle istituzioni. Ma come è riuscita una semplice ragazza emiliana a diventare pioniera per le donne in parlamento e la Reggitora, così la definì Fellini, che cambiò l’Italia? Figlia di Egidio, ferroviere sindacalista e socialista che perse il lavoro per la sua lotta contro il fascismo, Nilde nasce a Reggio Emilia il 10 Aprile 1920. Nonostante le difficoltà economiche per la morte del padre continua gli studi laureandosi in lettere all’Università Cattolica di Milano nel 1942. La giovane insegnante ben presto dopo l’armistizio dell’8 Settembre 1943, come il padre, si getta nella lotta antifascista avvicinandosi al Partito Comunista e partecipando alla resistenza nel ruolo di staffetta porta-ordini. Operando nei “Gruppi di difesa della donna”, nati per dare assistenza ai combattenti ,con loro diventa pioniera per la rivendicazione dei diritti delle donne. Voce fuori dal coro a soli 26 anni è membro dell’assemblea costituente della Commissione dei 75, incarico per la stesura della Costituzione, dimostrando da subito di essere una figura autorevole sia all’interno del partito comunista che fuori di esso nella difesa del parlamentarismo. Dal 1946 compagna di Togliatti ,segretario nazionale del Partito Comunista, di 27 anni più anziano e già sposato con Rita Montagnana, anch’essa membro dell’Assemblea Costituente Nilde viene ostracizzata e criticata anche dal partito comunista permeato di bigottismo cattolico, ma lei si dimostrerà convinta di questo amore restando con il leader comunista fino alla sua morte nel 1964 e adottando insieme una bambina, Marisa, sorella di uno dei 6 operai uccisi a Modena da agenti della Celere nel 1950 durante una manifestazione. Donna caparbia e capace viene eletta alla Camera dei Deputati nel 1948 e resterà tra quei banchi interrottamente fine al 1999.Dal 1979 al 1992 per tre volte consecutive sarà Presidente della camera dei deputati. Nel suo discorso di insediamento Nilde Iotti pone al centro la figura della donna nella società e l’imparzialità politica «Io stessa – non ve lo nascondo – vivo quasi in modo emblematico questo momento, avvertendo in esso un significato profondo, che supera la mia persona e investe milioni di donne che attraverso lotte faticose, pazienti e tenaci si sono aperte la strada verso la loro emancipazione”. Negli anni della prima repubblica con idee riformatrici contribuì a trasformare l’arretrata società italiana dall’abolizione della patria potestà all’abolizione della dote, dalla battaglia per il divorzio alla liceità dell’aborto. Pioniera di un futuro senza stereotipi di genere e promotrice del bene comune Nilde entra a far parte anche della Commissione affari costituzionali incentrando il suo impegno sull’importanza del ruolo femminile nel mondo del lavoro e della famiglia. Fautrice della legge sul divorzio (1970),della riforma del nuovo diritto di famiglia (1975) che promuove la parità giuridica e morale dei coniugi e l’equiparazione tra figli legittimi e illegittimi e infine l’interruzione volontaria di gravidanza (1978). Per i suoi ideali rinuncia alla nomina di senatrice a vita proposta dal Presidente della Repubblica Cossiga. Amica con la democristiana Tina Anselmi negli anni Ottanta le affida l’incarico di presiedere la commissione d’inchiesta sulla loggia massonica P2 e si impegna sul fronte delle riforme istituzionali e della riforma del Regolamento della Camera contro il voto segreto e contingentando i tempi per ridurre l’ostruzionismo dei radicali in aula. Deputata del Parlamento europeo dal 1969 al 1979 Nilde Iotti è stata una donna tenace e intransigente che ha fatto delle scelte anche contro il suo stesso partito dimostrandosi super partes. Nel 1992 per lei si apre la corsa al Quirinale, ma i tempi non erano ancora maturi nel bel paese. Muore all’età di 79 anni stroncata da un arresto cardiaco nel 1999. “Io credo che sarebbe un fatto estremamente importante se il giorno che avessimo portato il nostro Paese fuori dal guado potessimo dire che, dall’inizio alla fine della nostra battaglia, comunque ci siamo chiamati e qualunque forma abbiamo dato alla nostra attività politica, noi abbiamo servito per difendere i lavoratori, per garantire la libertà degli individui e la democrazia del nostro paese” dice Nilde in un’ultima intervista concessa ad Ezio Biaggi che le chiedeva cosa voleva per il paese a cui si era dedicata per 53 anni.