La Ricchezza ed il Salario. Dal matriarcato originario al salario d’istruzione e lavoro. Centralità dell’educazione.
Genealogia del Concetto di Ricchezza
Quando nacque il danaro come concetto, o meglio quando nacque il sistema credito-debito attuale? In che modo si incorporò nel danaro un valore X tale che fosse riconosciuto ovunque?
La storia nasce ai primordi della civiltà umana e la medesima recò il passaggio dal Matriarcato al Patriarcato.
In linea di massima occorre dire che le sciamane di ogni villaggio matrone delle stesse ed inviolabili nelle loro esperienze estatiche e nei loro responsi, sacre da sakāru, detenevano a fini divinatori e per comunicazione con realtà parallele alcuni amuleti, cristalli e pietre prezioso, nonché oro, argento, rame e bronzo.
Tali oggetti non avevano quello che oggi definiremo un valore di mercato, ma erano utili alla preservazione della comunità ed alla continuità col sapere degli antenati, in caso di ritrovamento venivano portate subito alla matrona o ad una delle sue ancelle.
La Ricchezza ed il Salario d’Istruzione e Lavoro
Il mercato era quasi inesistente, spesso avveniva con gruppi nomadi che già da prima avevano abbandonato il matriarcato, pur serbandone le principali credenze, credenze che con le migrazioni europee, proprio grazie a questi nomadi dell’est, sono giunte sino a noi.
Dunque tali popolazioni stanziali erano di per sé autosufficienti, ognuno aveva in base a quanto lavorava ed il plusvalore serviva da sostegno agli infermi o a chi non avesse capacità lavorative in grado di satisfare sé stessi ed i propri cari.
Ma proprio su tentazione di una di queste popolazioni nomadi, uno degli stanziali, convinto di divenire potente come la matrona, rubò i di lei gioielli, metalli e cristalli con l’intenzione di venderli ai nomadi e poi partire con essi.
Fu tuttavia scoperto prima dell’alba e la matrona affermò che aveva violato ciò che era sacro e che da ora in poi avrebbe vissuto come i nomadi. Di più profetizzò che di lì a breve gli uomini sarebbero stati sotto l’influsso di māmōnā e che avrebbero innalzato tale demone a demone principale del loro panteon.
Così fu e così è, avendo eretto a Dio la ricchezza di beni terreni idolatrata-in god/gold we trust-.
Il Salario di Istruzione e Lavoro
La Ricchezza ed il Salario d’Istruzione e Lavoro
Ma veniamo all’epoca attuale, la questione del guadagno è sempre oggetto di interesse di politici e governanti e della gente comune che vive in questo capitalismo ormai in agonia tutto il fallimento del sistema del credito quanto di quello del debito.
In Italia dal 2019 è stato proposto ed attuato il Reddito di Cittadinanza, una misura destinata a tutti i capifamiglia o single disoccupati o non occupati attraverso la quale viene versata una somma mensile dignitosa in cambio di lavori, in genere di pubblica utilità ma non solo, con la possibilità, appena si liberi un posto di loro gradimento ed adeguato al titolo di studio ed alle passioni e capacità, di approfittarne.
Certo una misura, ma una vera rivoluzione, come quella che è in germe, richiede misure più importanti.
Abbandonando il reddito di cittadinanza occorrerebbe far posto al Salario d’Istruzione e di Lavoro.
In buona sostanza occorre che il sistema di retribuzione parta già dalla scuola, con un sistema di alternanza scuola/lavoro non campato in aria, ma che funga da perno per l’intero sistema economico.
Già a partire dall’età, sappiamo, da studi organicistici, che i nostri dodicenni hanno già una massa celebrale simile a quella degli antichi greci, e per questo motivo già dalle superiori, dopo due anni di ginnasio, tutti debbano scegliere il proprio percorso, professionale o pre-laurea, alternando scuola e lavoro anche per le discipline universitarie, per chi segue questo percorso.
All’età di diciotto anni il percorso scuola lavoro permane per altri cinque anni, indipendentemente da chi scelga una laurea o altro percorso professionale.
Si intende che i lavori prestati siano retribuiti man mano in maniera maggiore a seconda del perfezionamento delle parti.
Una volta terminato il secondo percorso si entra nel mondo del lavoro, ma solo per dieci anni. Poi si va in pensione.
Tuttavia, ognuno, potrà coltivare una propria passione risultando ancora utile a sé ed alla comunità.
Più vite, più amore, più guadagno sociale.
È ovvio che però, durante il periodo scolastico, non è più compatibile la bocciatura che comporta un inutile perdita di anni, ma il soggetto bocciato o potrà scegliere un altro indirizzo, recuperando in estate, o rimanere lì, recuperando tutte le materie di quell’anno sempre nel periodo estivo.
Non schiavi del lavoro né del denaro, ma operai che si muovono in questo splendido giardino dell’esistenza.
Seguiteci su https://www.facebook.com/persemprenews/
Dottore in Giurisprudenza, Giornalista Pubblicista, Autore, Blogger, Esperto in Scienze Criminologiche, Agente Investigativo Antifrode, Esperto in Agiografia e vita di Santi e Beati, Angelologia e Demonologia Esperto in Storia della Inquisizione e delle Polizie. Critico d’Arte. Esperto in Parapsicologia Umanista e Criptozoologia