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di Giuseppe Esposito

Al 19o incontro del “Valdai Discussion Club” Putin (nella foto) ha fatto uso della sua oratoria e retorica dicendo che l’occidente è un costrutto teorico perché non è unito. Lo accusa di alimentare la guerra in Ucraina, delle provocazioni intorno a Taiwan e di destabilizzare i mercati alimentari ed energetici globali. Il presidente russo ha inoltre ribadito che Kiev starebbe preparando un incidente con la cosiddetta bomba sporca come provocazione.

Intanto in Russia è terminata la mobilitazione parziale (MP) di 300.000 riservisti, per il ministro della difesa Shoigu non vi è necessità di ulteriori richiami.
Gli uffici di reclutamento si dovranno concentrare sull’arruolamento dei volontari, dei militari a contratto e sulla convocazione semestrale dei coscritti che è partita il primo novembre. È quasi certo che gli ultimi arruolati, che normalmente non potevano essere impiegati all’estero, in virtù della legge marziale saranno inviati al fronte ucraino dopo sei mesi di addestramento.

Putin fa molto affidamento anche sui contractor e sui militari privati e, per portare avanti la sua guerra di invasione, pensa anche di assoldare militari delle forze speciali afgane. Questi ultimi, addestrati dai “Navy Seal” americani e dai “British Special Air Service” inglesi, dopo l’abbandono dell’Afghanistan da parte dell’occidentale sono senza lavoro e si nascondono per sfuggire alla cattura dei talebani. Il loro inserimento nell’esercito russo potrebbe essere un punto di svolta sul fronte ucraino.

La mobilitazione parziale, l’impiego dei coscritti dopo l’addestramento, il reclutamento di volontari e di personale a contratto, spingono alcuni analisti a pensare che il Presidente russo voglia continuare la guerra di tipo convenzionale nel 2023 piuttosto che far uso di armi nucleari tattiche. Altri invece pensano che vi sia il 30% di possibilità che la usi. Scopo di Putin, per ora, è quello di difendere le posizioni acquisite sul terreno e dare modo ai nuovi mobilitati e coscritti di giungere in teatro operativo ucraino per la fine dell’inverno. Il nucleare, ultima spiaggia, potrebbe essere usato a fronte di una inarrestabile avanzata ucraina nei territori occupati e Putin ne ostenta sempre la possibilità.

Secondo l’istituto dello studio della guerra il capo del Cremlino per vincere in Ucraina punterebbe anche su altri fattori: la rottura del patto solidale e sostanziale, dimostrato con l’invio di armi, che si è creato tra l’Occidente nel suo insieme e l’Ucraina; le elezioni di medio termine americane che sarebbero viste da Mosca come uno spartiacque perché il risultato potrebbe cambiare l’approccio USA verso la guerra; ma ancor più sull’indebolimento dell’Unione Europea e di vincoli tra gli stati membri che si trovano a fronteggiare non solo la ricaduta economica interna delle sanzioni comminate alla Russia ma anche le conseguenze di ridotte forniture energetiche per il prossimo inverno.
Su quest’ultimo punto, alcuni paesi hanno già manifestato diversità di vedute sulle misure da adottare per far fronte alla crisi energetica, come l’Olanda che avrebbe derogato su alcune sanzioni alla Russia concedendo 91 dispense alle proprie imprese.