Il 9 novembre 1989 è una data cardine della storia della Germania e del mondo intero, il giorno in cui la sfera di controllo comunista subì un colpo pesantissimo.
Il Muro di Berlino, simbolo di divisione e di spartizione tra due superpotenze mondiali, crollò, lasciando ai cittadini una libertà soppressa per tantissimi anni.
Oggi si celebra il trentacinquesimo anniversario di quell’evento così importante, che va ricostruito con chiarezza.
La cosiddetta “cortina di ferro” creatasi dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale portò ad una divisione in due blocchi del mondo intero.
Si decise che il punto di confine in cui si interrompesse l’influenza politico-culturale di USA da una parte e URSS dall’altra fosse la Germania.
La Nazione che di fatto scatenò il secondo conflitto mondiale divenne anche quello più punito al termine del periodo bellico.
America e Unione Sovietica, quindi, si spartirono il controllo sulla Germania, dividendo le proprie aree di influenza a partire dalla capitale, Berlino.
All’interno della città, si decise di costruire un muro, che simboleggiava la divisione netta tra un modo di intendere la vita e un altro, completamente agli opposti.
Naturalmente, si creò un divario netto tra gli abitanti di Berlino Est e Berlino Ovest: per quasi trent’anni i cittadini tedeschi vissero in condizioni di vita assurde.
Se nella parte Ovest della città si viveva una vita normale, in quella Est le abitudini sovietiche impattarono notevolmente sulla qualità della vita.
Tantissime persone cercarono di attraversare il muro per approdare ad una nuova vita, ma i soldati sovietici ne catturarono e uccisero un altissimo numero.
Solamente nel 1989 la situazione subì un cambio storico.
Dapprima fu l’Ungheria a vestirsi dei panni dell’apripista, rimuovendo le restrizioni al confine con l’Austria e permettendo la libera circolazione.
Le manifestazioni che scaturirono da questo evento contro la Germania Est portarono i vertici della DDR alle dimissioni.
Il nuovo leader, Egon Krenz, insieme al ministro degli esteri Schabowski, decise di alleggerire le regole per il passaggio dei cittadini dalla parte Est alla parte Ovest della città e viceversa.
Appena la notizia divenne ufficiale, decine di migliaia di tedeschi si precipitarono alla frontiera, per travalicare finalmente quel muro che aveva ucciso la libertà per 28 lunghi anni.
Quello schiaffo all’oppressione divenne ancora più importante l’anno successivo, quando la Germania tornò ad essere un Paese unito.
La caduta del Muro di Berlino oggi compie 35 anni, in cui la Germania è tornata ai vertici della politica e dell’economia mondiale.
Un evento di tale portata riesce a mettere in secondo piano anche la situazione difficile che i teutonici stanno vivendo in questi giorni.
Il cancelliere Scholz, tanto in difficoltà a livello politico, ha voluto comunque diramare un messaggio che celebri un evento così importante:
“La caduta del muro di Berlino è stata il felice culmine di uno sviluppo paneuropeo.
La nostra storia comune nell’autunno del 1989 ci mostra come possiamo raggiungere i nostri obiettivi: restando uniti, per la pace e la libertà, per la sicurezza e la prosperità, per lo Stato di diritto e democrazia.
I coraggiosi sindacalisti di Solidarnosc in Polonia.
I cantanti rivoluzionari in Estonia, Lettonia e Lituania. Le donne e gli uomini coraggiosi in Ungheria, Cecoslovacchia e in altri paesi”.