Promosso da Amnesty International Italia, AOI, Un ponte per, Articolo 21, insieme con Marisa Laurito
A tre mesi dall’inizio del conflitto in Medio Oriente, il 7 gennaio 2024, Amnesty International Italia, AOI, Un ponte per e Articolo21, con il patrocinio del Comune di Napoli, insieme con Marisa Laurito, testimonial dell’iniziativa, saranno in piazza del Municipio a Napoli, a partire dalle ore 11, per ribadire la richiesta di un immediato cessate il fuoco. Nel corso del presidio verrà allestita un’installazione di piccole lapidi bianche con i nomi dei minori uccisi, che simboleggerà il cimitero di bambini e bambine causato dai bombardamenti su Gaza e si racconteranno le storie delle persone che hanno perso la vita durante questo atroce conflitto, evidenziando l’immensità di ogni singola perdita.
L’escalation senza precedenti tra Israele e Hamas e altri gruppi armati palestinesi sta causando una devastazione senza precedenti e distruggendo un numero inaccettabile di vite umane.
Tra il 7 ottobre 2023 e il 2 gennaio, nella Striscia di Gaza occupata, sono morte oltre 21.978 persone, il 70% delle quali erano donne e minori. Nella Cisgiordania occupata, nello stesso periodo, sono stati uccisi 278 palestinesi, di cui 70 minori. Almeno 1200 persone – per lo più civili, inclusi 36 bambini – sono state uccise in Israele il 7 ottobre.
Nella Cisgiordania occupata, raid dell’esercito e coloni israeliani causano violenze continue, trasferimenti forzati, arresti di massa e uccisioni extragiudiziali. La libertà di movimento è gravemente limitata dai posti di controllo militari e ciò causa gravi ripercussioni sull’economia locale.
Dall’inizio del conflitto ad oggi, risultano uccisi quasi 80 giornalisti tra cui 9 giornaliste e numerosi membri dello staff delle Nazioni Unite nel pieno svolgimento del loro lavoro. In questo contesto, il lavoro dei giornalisti è fondamentale per narrare l’escalation di violenza in corso attraverso notizie verificate e testimonianze. Molti dei pochi giornalisti palestinesi che sono riusciti a sopravvivere ai bombardamenti, alla censura e alle repressioni di esercito e governo israeliano sono stati imprigionati. In tre mesi di guerra, inoltre, nessun giornalista straniero è stato autorizzato a entrare nella Striscia di Gaza attraverso Rafah, il che compromette chiaramente la capacità dei media di coprire il conflitto.
Gli attacchi diretti ai civili e gli attacchi indiscriminati contro obiettivi civili sono assolutamente vietati dal diritto internazionale umanitario e possono essere perseguiti come crimini di guerra.
Il presidio sarà, inoltre, l’occasione per ribadire le richieste fatte al nostro governo, alle istituzioni e alla comunità internazionale, di intervenire nelle sedi appropriate affinché: tutte le parti accettino un immediato cessate il fuoco; Israele ponga fine all’assedio totale della Striscia di Gaza; siano garantiti gli aiuti essenziali nella Striscia di Gaza da tutti i valichi, non solo da Rafah; siano rese possibili con urgenza le evacuazioni di persone ferite o malate verso Egitto, Cisgiordania o Israele; gli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas e di altri gruppi armati palestinesi e i Palestinesi detenuti arbitrariamente da Israele siano liberati senza condizioni.
È necessario agire subito per proteggere tutte le persone e fermare questa catastrofe.