Per chi ha avuto modo di ammirare le gesta calcistiche di un mito come Gigi Riva, perde oggi con la sua dipartita, un pezzo della sua storia personale. Il motivo è rappresentato dal fatto che campioni come lui, appartengono alla legenda di uno sport che è in via di estinzione o che perlomeno vive solo nei ricordi degli appassionati di un calcio romantico di un tempo che fu.
Pur essendo la bandiera di una sola squadra di calcio alla quale ha voluto essere fedele a dispetto delle sue origini, con la sua maglia numero 11 della nazionale italiana, è riuscito ad infondere nel cuore di tanti tifosi, anche di quelli di opposta tifoseria di club, uno spirito nazionalista che oggi si fa più fatica a ritrovare. Un esempio di rettitudine di un uomo coerente nel professare le sue idee e difenderle ad ogni costo, senza mai venir meno ai suoi principi. Così come apprendiamo dalle cronache, rinunciò a ben più lauti compensi calcistici ed al conseguente trasferimento in squadre di calcio dove avrebbe più facilmente potuto conquistare maggiori successi internazionali e nazionali.
Amato da diverse generazioni ed in particolare da quelli appartenenti alla generazione delle mitiche figurine calcistiche della Panini edizione e dei mondiali di Mexico 70, quando unitamente ai campioni del suo stesso calibro (v.d.s. Mazzola, Rivera, Boninsegna, Albertosi ed altri), seppe far emozionare un’intera nazione riunita sotto l’unico vessillo della bandiera italiana. Addio Gigi Riva, uomo d’amore e non di libertà come direbbe il compianto filosofo De Crescenzo che presto incontrerai, sarai ricordato come un mito che ha saputo valicare i confini del tifo, addio Rombo di Tuono. Grazie di cuore.
