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E’ stato arrestato in Argentina, dopo 44 anni di latitanza, l’ex esponente delle Brigate Rosse Leonardo Bertulazzi, meglio noto col nome di battaglia “Stefano”. Il terrorista da vent’anni si trovava nella nazione del Sudamerica come rifugiato. La commissione dei rifugiati dell’Argentina ha tolto a Bertulazzi lo status di rifugiato e questo ha consentito alle autorità di arrestare l’ex brigatista che verrà estradato in Italia dove dovrà scontare 27 anni di carcere.

Un nome, quello di Leonardo Bertulazzi, che rievoca pagine di cronaca degli anni più bui della storia della Repubblica italiana. Appartenente al nucleo genovese delle Brigate rosse, l’organizzazione terroristica di estrema sinistra attiva dal 1970 al 1988, Bertulazzi è stato uno degli artefici del rapimento dell’ingegnere navale Pietro Costa, avvenuto a Genova il 12 gennaio 1977. Lo scopo del sequestro era quello di ottenere denaro per finanziare le future attività criminali, per esempio è noto che con la cifra incassata dal riscatto dell’ingegnere i brigatisti rossi acquistarono l’appartamento di via Montalcini dove nel 1978 fu tenuto prigioniero l’ex Presidente del Consiglio Aldo Moro.

Da Palazzo Chigi è stata diffusa la nota con la soddisfazione della Premier Giorgia Meloni in seguito all’arresto di Bertulazzi.

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, esprime profondo apprezzamento alle Autorità argentine per aver eseguito l’arresto di Leonardo Bertulazzi, già condannato in Italia a 27 anni di carcere per reati di terrorismo, a seguito della revoca dello status di rifugiato da parte della Commissione per i Rifugiati argentina. L’arresto del latitante membro delle Brigate Rosse è stato reso possibile da un’intensa e proficua collaborazione tra le Autorità giudiziarie italiane, argentine e Interpol.