Il sindaco del capoluogo pugliese , Antonio Decaro, ha comunicato in uno sfogo sui social di essere stato informato per telefono dal ministro Matteo Piantedosi della nomina di una commissione di accesso finalizzata a verificare un’ipotesi di scioglimento del comune di Bari.
Si tratta di un organismo ministeriale che avrà il compito di accertare presunte infiltrazioni mafiose nel consiglio comunale della città pugliese e in altre aziende municipalizzate. La decisione arriva dopo l’arresto di 130 persone nell’ambito di un’inchiesta dell’Antimafia barese su un presunto intreccio mafia-politica, con ipotesi di voto di scambio, alle elezioni comunali del 2019. La polizia, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia locale, aveva eseguito due diverse ordinanze di custodia cautelare e sequestri per associazione mafiosa, estorsione, porto e detenzione di armi da sparo, commercio di droga e turbativa d’asta nei confronti degli accusati.
La commissione dovrà fare una serie di accertamenti e riferirne gli esiti al ministro che deciderà di conseguenza se procedere o meno con la proposta di scioglimento e la conseguente nomina di un commissario.
La risposta del sindaco di Bari Decaro
Secondo il primo cittadino di Bari, Antonio Decaro, la decisione di Piantedosi è politica, è cioè il risultato di una pressione esercitata sul governo dal centrodestra pugliese in vista delle elezioni che il centrodestra a Bari perde da vent’anni consecutivamente. Per Decaro “è stato firmato un atto di guerra nei confronti della città di Bari”. Il sindaco ha anche fatto sapere che negli scorsi giorni al prefetto di Bari sono stati consegnati 23 fascicoli contenenti le attività svolte dal comune contro la criminalità organizzata negli ultimi anni.
Nel post pubblicato sui social, il sindaco di Bari promette resistenza a oltranza: “A questa aggressione io mi opporrò con tutto me stesso, come mi sono opposto ai mafiosi di questa città. Fosse l’ultimo atto della mia esperienza politica. Non starò zitto”.