Una lettera è stata inviata alla Fondazione Biennale di Venezia, chiedendo ufficialmente l’esclusione di Israele e del suo “padiglione del genocidio”. A firmarla un gruppo di ben 8.000 artisti, organizzazioni culturali e istituzioni, che esprimono le loro forti obiezioni alla violenza israeliana contro i palestinesi. Citando esempi storici come il boicottaggio del Sudafrica dell’Apartheid, i firmatari condannano il silenzio della Biennale sulla violenza israeliana e accusano la Fondazione di applicare un doppio standard, ricordando la precedente condanna della Russia nel 2022.
ARTISTI CONTRO IL “PADIGLIONE DEL GENOCIDIO”
In vista della prossima Biennale d’Arte di Venezia, che si svolgerà dal 20 aprile al 24 novembre, è nata una polemica con la lettera degli artisti alla Fondazione, che sta già facendo scalpore.
I firmatari dell’appello non hanno certo usato mezzi termini nel condannare le “atrocità” commesse da Israele contro i Palestinesi e qualsiasi rappresentazione dello Stato durante la mostra, che potrebbe essere interpretata come un’approvazione silenziosa.
LE PAROLE DEL MINISTRO SANGIULIANO
Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, si è espresso sulla questione, definendo “inaccettabile e vergognoso” il dettame di coloro che credono di detenere la verità. Critica la loro arroganza e il loro odio verso la libertà di pensiero e di espressione creativa in una nazione democratica e libera come l’Italia. Sangiuliano sottolinea che Israele non solo ha il diritto di esprimere la sua arte, ma ha anche il dovere di testimoniare il suo popolo, soprattutto in un momento in cui è stato attaccato senza pietà da terroristi spietati.
Sangiuliano ha aggiunto: “sarà sempre uno spazio di libertà, incontro e dialogo e non uno spazio di censura e intolleranza“. “Allo Stato di Israele, ai suoi artisti e a tutti i suoi cittadini va la mia più profonda solidarietà e vicinanza”.
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Giornalista pubblicista iscritta all’Ordine della Lombardia