• Tempo di Lettura:2Minuti

“Siamo di fronte a un grandissimo campione, con un presente e un futuro luminoso. È un esempio per tutto il Paese, un riferimento per tutti gli sportivi italiani. Ci abituerà a imprese di questo tipo, farà impazzire l’Italia più di quanto non abbia già fatto. Per noi della Federazione, significa onori ma anche tanti oneri, ne siamo consapevoli: dovremo alzare l’asticella anche noi, in termini di impegno sul territorio, per incentivare la pratica di base, di investimento di risorse ed energie nel nostro settore tecnico, per allevare altri Sinner, di impegno nell’organizzazione di grandi eventi, campo in cui ormai siamo un modello nel mondo”. Ha parlato così il presidente federale Angelo Binaghi, presente a Melbourne per la vittoria Slam di Jannik Sinner.

Binaghi ha voluto difendere l’astro nascente italiano. “Ci saranno maggiori responsabilità, è chiaro, ma queste imprese per noi sono uno stimolo a lavorare di più e meglio, con la stessa serietà. È l’inizio di un ciclo travolgente per Jannik e per il tennis italiano”. Sono passati ben 17394 giorni dal giugno 1976, giorno 14. 48 anni in cui lo sport italiano ha dovuto aspettare un grande campione come l’altoatesino, campione degli Australian Open, il primo assoluto nella storia. Nessun azzurro prima di lui era riuscito a trionfare in un Major sul cemento.