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Il Cairo, Egitto – Cinque anni fa spariva dalla capitale egiziana Giulio Regeni. Sarebbe pleonastico parlare degli accaduti, oramai sono noti a tutti. C’è invece da fare un analisi su quanto è stato fatto finora per ottenere chiarezza e giustizia per un uomo che in Egitto non faceva altro che studiare per perseguire nelle proprie ambizioni.

A Fattah al-Sisi, il capo di stato egiziano, ben poco importa di un essere umano che ha perso la vita nel paese da egli stesso gestito. Le notizie più scandalose però, ahimè arrivano dall’Italia. Le procure dei due paesi non hanno mai trovato reciproca collaborazione per garantire chiarezza nei fatti. Nel dicembre scorso il presidente della Camera Roberto Fico aveva dichiarato come “inaccettabile la posizione dell’Egitto”…ma poi? Poi cosa è successo? Al momento, signori miei, buio totale, ‘fumo negli occhi’ per Claudio e Paola che lottano comunque tramite qualsiasi canale: social o istituzionale poco importa. La cosa importante è che la voce si senta.

Non come quando i genitori di Giulio Regeni inviarono quella bellissima lettera, poi letta in uno degli ultimi programmi più romantici d’Italia quale Che Tempo Che Fa condotto da Fabio Fazio, dove chiedevano aiuto a quel sig. al-Sisi il quale, facendo orecchie da mercante, confermava nelle sue priorità solo quelle di concludere affari con il governo Italiano. Ma di quali affari parliamo?

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Il monologo di Roberto Saviano

Roberto Saviano, il tanto criticato autore di Gomorra e La Paranza dei Bambini, in uno degli interventi (a mio avviso) più emblematici della storia di Che Tempo Che Fa (si, sempre quel bel programma), ci spiegava la questione in pillole, delucidando l’Italia intera sulle movimentazioni extranazionali ed i rapporti di compravendita con l’Egitto. Le parole di Saviano, così come tante altre volte, mi son rimaste impresse: “[…] Ora, sapete perché il regime di al-Sisi può permettersi questa sfacciataggine? Perché nonostante le denunce di violazione dei diritti umani da parte di vari organismi internazionali, Human Rights Watch e Amnesty International, perché continua ad essere considerato un interlocutore legittimo degli altri stati?”

“È considerato interlocutore legittimo perché è un partner in affari imprescindibile. L’Egitto è il maggior acquirente dell’industria bellica italiana, ecco il motivo”. A questo punto Roberto Saviano mostra le immagini della fregata al-Ghalala, ex Spartaco Scherget, e continua: “Apparteneva alla marina militare italiana ed è stata venduta all’Egitto quest’anno (n.d.r. 2020), insieme ad un’altra fregata, la Emilio Bianchi, per un miliardo e 200 milioni di euro”.

“Dal 2016, anno in cui Giulio Regeni è stato ucciso, al 2019, le vendite di materiale bellico dall’Italia all’Egitto sono più che centuplicate. Questo nonostante in Italia dal 1990 esista una chiara legge che impedisce di vendere armamenti a paesi in conflitto o responsabili di violazioni dei diritti umani. Stiamo facendo una cosa illegale. […] Insomma, gli affari commerciali tra Italia ed Egitto non si sono mai fermati”. Lo scrittore non si ferma, e proseguirà nel suo monologo per chiarire quanta negligenza ci fosse nella collaborazione del caso tra entrambi i paesi.

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Conclusioni

La giustizia per Giulio Regeni è la giustizia per tutti gli abitanti del mondo non tutelati dal proprio stato in terre straniere. Non è uno scherzo. Per questo la famiglia del ragazzo ad inizio 2021 ha deciso di denunciare il governo italiano per aver violato la legge di compravendita d’armi con il paese nordafricano. È stato doveroso per creare un precedente importante, e a nulla serviranno Corti Supreme o tribunali, la verità è che la giustizia, il governo, i poteri istituzionali italiani, hanno anteposto consapevolmente gli incassi, a questo punto illegali, alla giustizia di un proprio cittadino.

Forza Claudio, forza Paola.

Verità e giustizia per Giulio Regeni.

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