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Discussione accesa sulla gestione governativa del dossier. Non è stato effettuato alcun intervento, scatenando così la rabbia di quegli operatori che avevano già annunciato la mini-serrata dimostrativa con lo “sciopero degli ombrelloni”. Domani, 9 agosto gli stabilimenti apriranno con un ritardo di due ore, ovvero alle 9:30 del mattino.

Il governo mira ora a definire un quadro giuridico chiaro: gare immediate ma con una breve proroga per consentire le perizie certificate e indennizzi adeguati. La Premier Giorgia Meloni ha chiarito ai suoi collaboratori che un accordo con l’Unione Europea non può più essere rinviato.
Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari (Fipe/Confcommercio) e Maurizio Rustignoli alla guida della Fiba/Confesercenti, hanno dichiarato: “Non c’è ancora un provvedimento legislativo che dia certezza agli operatori pubblici e privati. Va confermata la mobilitazione della categoria”. Allo stesso tempo però non sottovalutano il segnale arrivato da “fonti di governo” che hanno preannunciato un intervento in una delle prossime riunioni Cdm. Restano quindi in sospeso, per ora,  le analoghe e successive manifestazioni di protesta, previste per il 19 e il 29 agosto.

I NUMERI

Nonostante questa situazione, il numero degli stabilimenti balneari italiani continua a crescere in modo significativo. I dati di Unioncamere mostrano che oltre 7.000 imprese del settore sono attive, con un aumento vertiginoso del 26% dal 2011. La Romagna si conferma come la regina, ma Camaiore detiene il primato in termini di densità di attività per chilometro. Sebbene la riviera romagnola sia quasi al limite della sua capacità di accoglienza, si registra una crescita in tutte le altre regioni costiere, con la Calabria in testa, seguita da Campania e Sicilia. Il settore balneare italiano continua quindi la sua espansione lungo la Penisola, registrando una crescita di oltre il 2% all’anno negli ultimi anni.

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