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Coverciano, insegnante di religione sottopone gli alunni di quinta elementare al quiz ” Babbo Natale esiste o no?”, come da lei scritto sul registro elettronico, per introdurre in classe lo spirito natalizio e la storia di San Nicola, da cui è stato tratto il mito di Babbo Natale.

La vicenda, avvenuta il 4 dicembre, ha creato scalpore nelle famiglie, che si sono ritrovati costretti a rispondere alle domande dei più piccoli, una volta tornati a casa. Secondo le famiglie, ”Per noi è stato sbagliato porre la domanda, anche perché affrontare il discorso sulle origini della leggenda vuol dire negare l’esistenza di Babbo Natale nella realtà. Peraltro, non crediamo faccia parte del programma di istruzione”.

Le tante domande da parte dei bambini sulla veracità dell’uomo che porta i regali, hanno portato i genitori a considerare l’accaduto un vero proprio trauma, una rottura di quella magia tipica dell’infanzia, “Questo secondo noi è un trauma, soprattutto in questo periodo dell’anno in una scuola primaria. Che i bambini credano o no all’esistenza di un uomo che gira il mondo su una slitta a portare regali, magari vogliono continuare a vivere questa illusione, scrivere la letterina e sentire la magia: non è giusto privarli di questa magia. Non è giusto che un lunedì i nostri figli tornino cambiati da scuola, perché un’insegnante ha spezzato questa magia”. 

Le famiglie hanno mandato una PEC alla dirigente scolastica che approfondirà il caso.