No alla didattica a distanza. A scongiurare il ritorno in Dad è il sottosegretario alla Salute Andrea Costa. La scuola riprenderà in presenza come previsto con le nuove regole che “garantiranno maggiore sicurezza”. Solo poche ore fa i presidi chiedevano almeno 2 settimane di Dad. Ma “il Governo – sottolinea Costa – ha preso una decisione chiara: riprenderemo con le nuove regole, che garantiranno maggiore sicurezza”. In un’intervista a Il Corriere della Sera, Costa ha precisato come “l’obiettivo del governo sia sempre stato, fin da subito, quello di garantire la scuola in presenza. E a quello continuiamo ad attenerci”.
A chi la Dad?
In teoria a rischiare di finire più facilmente in Dad sono i bimbi di asili e primarie. Questo perché “la campagna vaccinale per la fascia 12-19 anni è già iniziata da tempo. Oltre il 70% è vaccinato”, spiega Costa. E dunque, “con coerenza possiamo applicare regole diverse. Paghiamo scelte del passato che ci danno scuole non adeguate. Molti fondi del Pnrr saranno investiti sull’edilizia scolastica. Probabilmente si poteva fare di più ma è un po’ come i trasporti. Noi abbiamo messo a disposizione risorse. Non tutto il trasporto pubblico locale le ha usate totalmente. Ma in alcuni casi non si poteva a causa del deficit infrastrutturale. Per questo ci siamo presi la responsabilità del Super Green pass”.
Il protocollo delle scuole
“Dai 12 anni in su con 2 positivi è prevista la Dad per i non vaccinati, con 3 per tutta la classe. Per i piccoli con un solo caso – dice ancora Costa – Ma è giusto riconoscere ai vaccinati continuità della scuola in presenza. Per 47 milioni di italiani il Super Green pass non ha cambiato nulla. Avevamo il problema di convincere a vaccinarsi quella piccola minoranza, 2 milioni e 400mila persone over 50, ancora senza dosi. Ecco perché l’obbligo di vaccino: non si può vanificare il sacrificio di tutti gli altri”. Vaccini ai più piccoli Il governo, ha aggiunto il sottosegretario, “confida che anche per i bambini si raggiunga un buon livello di vaccinazioni. Anche perché gli ultimi dati ospedalieri dimostrano che il vaccino serve a proteggere prima di tutto loro”.
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