Diciamoci la verità: nessuno si sarebbe aspettato l’epilogo avvenuto a Palazzo Madama e per la votazione alla fiducia del governo. Il premier Mario Draghi (nella foto) alla fine del suo intervento era apparso a tutti i commentatori soddisfatto. E sorridente aveva lasciato il Senato per fare un breve ritorno a Palazzo Chigi. Poi, le dichiarazioni di voto dei leader dell’esecutivo che si alternavano a quelle dell’opposizione. I duri attacchi politici, il rischio che non ci potesse essere il numero legale che avrebbe di fatto costretto a tornare al Quirinale il presidente del Consiglio, invalidando la lunga e complessa seduta. Per rassegnare le dimissioni che erano attese da un momento all’altro. Decisione, altro colpo di scena, che invece Draghi ha rinviato a questa mattina. Sorprendendo tutti. Aprendo così, però, a nuove soluzioni la crisi di governo sancita per il non voto del centro destra: Fratelli d’Italia ai quali si sono aggiunti la Lega, forse meglio dire Salvini, tra i borbottii di Giorgetti, e Forza Italia, da cui si è sfilata la Gelmini. E non solo. E il M5S che per assicurarsi una vittoria politica insperata, era rimasto in aula per evitare la mancanza del numero legale. Gli analisti puntano sulla necessità di assicurare al Paese, in tempi molto ristretti, la manovra economica, uno dei motivi per i quali il premier Draghi ha rinviato la salita al Colle. Ovviamente, in accordo con Sergio Mattarella. Oggi 21 luglio 2022 un’altra giornata campale per la politica italiana e non solo…