Tavolo di trattative pacifiche nelle zone interessate. Il capo dell’intelligence egiziana si siede a parlare con Hamas a Gaza nell’intento di instaurare rapporti di tregua che però, con la possibilità di sostituzione di Netanyahu in Israele, sembrano sempre più apparenti
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Trattativa di calma apparente
Gaza, Palestina – Non smette di infiammarsi il rapporto tra i due paesi costantemente in conflitto. Gli alti vertici comandati da Fattah al-Sisi, commander in chief d’Egitto, hanno tenuto una conversazione volta a placare gli attacchi in terra israeliana e palestinese. Si è parlato di “cementare la calma” tra i due Paesi in conflitto.
Sarà quindi l’Egitto a fare da tramite per chiedere alle forze israeliane di iniziare un cessate il fuoco. In totale sono stati 253 i morti in Palestina in soli 10 giorni, mentre da parte ebrea 13. Numeri importanti che necessitano di estrema attenzione non solo tra i governi interessati.
Gli scontri sono partiti con il rilascio di missili balistici americani delle forze militari di Israele sulla striscia di Gaza. Oltre 3000 abitazioni andate distrutte e più di 17.000 con danni parziali. Al centro della storia la presunta presenza di un labirinto segreto sotto la zona bombardata dove opera l’intelligence palestinese.
Al-Sisi ci mette quindi la faccia per salvare il prima possibile i palestinesi, ormai devastati dalla situazione. Decine di migliaia gli sfollati che non hanno avuto modo di trovare riparo altrove.
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Pace possibile con Netanyahu, non con Bennett
49 anni ed un passato di discriminazioni verso il popolo palestinese. Naftali Bennett, multimilionario israeliano potrebbe essere il sostituto ideale di Benjamin Netanyahu. Alquanto discutibili alcune sue dichiarazioni sui criminali palestinesi che secondo lui “dovrebbero essere uccisi”, era il 2013.
Parole forti che, anche se dette tempo addietro, non fanno bene all’attuale situazione. Naftali Bennett – ex imprenditore in ambito tecnologico – è infatti estremista ultra-liberale e soprattutto nazionalista.
Una scia ancor più a destra dell’attuale premier Netanyahu che dopo le quarte elezioni anticipate in Israele ha dovuto fare affidamento su partiti filo musulmani. Bennett è stato un membro del Likud dell’attuale capo di stato. Adesso è però al centro della sommossa anti-Netanyahu, volta a far terminare un mandato che dura da oltre 12 anni.
Attuale capo della Difesa e controllore del portafoglio israeliano, l’attuale esponente della Nuova Destra è il sostituto più papabile. Alleato di Yair Lapid, anch’esso estremista nazionalista, l’anti-esecutivo cresce ancor di più con il favore di un popolo che non è stato convinto nell’elezione del prossimo premier.
Ma sul piano di guerra l’idea di Bennett è più che chiara. Per il probabile prossimo numero uno israeliano “non è mai esistito uno Stato palestinese”.
Il tempo dirà.
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FONTE: Arab News, Al Jazeera
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