Erdogan ha alzato il telefono “rosso” quello che lo collega direttamente con il Cremlino e dove risponde soltanto Vladimir Putin. Il premier turco è l’unico ponte, l’unico interlocutore tra l’Occidente e la Russia, coinvolta in un conflitto che doveva essere “lampo” ma, come la storia ha spesso insegnato, si è protratto fino ad arrivare alle porte del “Generale Inverno”.
Come reso noto dalla presidenza turca e riportato dalla Tass, Erdogan ha espresso la speranza che la guerra giunga presto ad una conclusione, con la consapevolezza che forse nulla, tra NATO e Russia, sarà comunque come prima: il clima di Guerra Fredda riportato a livelli che forse non si sono visti dai tempi dei due blocchi, la corsa al rafforzamento della prima linea da parte degli Stati Uniti con un occhio particolare alla Polonia, e lo spauracchio del nucleare che incombe sull’Europa alle porte del Natale.
L’appello a Putin, passato da Erdogan, è stato lanciato anche da Papa Francesco rivolgendosi ai bambini presenti a Piazza San Pietro, dopo che questi avevano portato i bambinelli del presepe per farli benedire. Il Santo Padre non ha dimenticato i piccoli che in questo momento stanno vivendo le ore più buie del conflitto bellico, attanagliati dal freddo e sotto la costante minaccia delle bombe, invitando tutti a spendere una preghiera per loro: “Il Natale del Signore porti un raggio di pace ai bambini nel mondo intero, specialmente quelli costretti a vivere i giorni terribili e bui della guerra, questa guerra in Ucraina, che distrugge tante vite e tanti bambini”.
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