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La febbre Oropouche, un’infezione tropicale endemica in Sud America, ha recentemente fatto registrare i primi casi in Italia e potrebbe trasmettersi anche per via sessuale. A suggerire questa nuova possibilità è uno studio condotto dal Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell’Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar.

Per la prima volta al mondo, i ricercatori hanno isolato il virus Oropouche nel liquido seminale di un uomo italiano di ritorno da Cuba, che aveva contratto l’infezione. Fino ad ora, si riteneva che la febbre Oropouche si trasmettesse solo indirettamente, attraverso le punture di zanzare e moscerini infetti. Il direttore del Dipartimento, Federico Giovanni Gobbi, ha sottolineato come questa scoperta possa rappresentare un segnale di allarme da non sottovalutare, pur specificando che, al momento, non ci sono casi documentati di trasmissione sessuale diretta.

La situazione in Italia è ancora sotto controllo, con solo cinque casi importati segnalati. Tuttavia, i cambiamenti climatici e l’aumento dei viaggi internazionali rendono sempre più probabile la diffusione di infezioni tropicali in aree precedentemente non colpite.

A livello globale, sono stati registrati circa 10.000 casi di febbre Oropouche nel 2024, con il Brasile tra i Paesi più colpiti. La ricercatrice Concetta Castilletti ha evidenziato l’importanza di conoscere meglio questo virus, finora poco studiato. Il team di Negrar ha quindi condiviso il virus isolato con laboratori di tutto il mondo, come l’Istituto Superiore di Sanità in Italia e l’Istituto di Medicina Tropicale di Anversa, per favorire una collaborazione internazionale nella ricerca.

La febbre Oropouche si conferma una sfida emergente, con l’obiettivo di sviluppare presto nuove strategie per il controllo e la prevenzione.

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