La doppietta nel Gp d’Australia firmata da Sainz e Leclerc ha reso dolce il risveglio di chi ama i motori e dell’Italia intera, che si risvegliava disincantata e certa del solito dominio Red Bull. C’è stato, invece, il ritiro di Verstappen e della sua astronave dopo 43 gare a podio, di cui le ultime nove consecutive sul gradino più alto.
La Ferrari si è fatta trovare pronta nel massimizzare la caduta del cyborg e portare a casa più punti possibili, evento che non accadeva dal Gp del Bahrein del 2022 quando gli attuali piloti chiusero la doppietta a parti invertite: Leclerc primo e Sainz jr secondo.
Le doppiette più iconiche degli albori, fino al tradimento di Pironi su Villeneuve
Nella storia gloriosa della Scuderia Ferrari, le doppiette in Formula 1 rappresentano momenti memorabili, capaci di accendere l’entusiasmo dei tifosi e di scrivere pagine indelebili nel libro del motorsport. Immaginate il boato che percorre le tribune quando due Rosse solcano il traguardo in prima e seconda posizione, un’onda di passione che travolge piloti, ingegneri e tutti gli appassionati del Cavallino Rampante.
Tra le doppiette più iconiche, impossibile non menzionare quella del Gran Premio d’Italia 1950, con Alberto Ascari e Gonzalez che dominarono la scena sul circuito di Monza. Fu la prima doppietta Ferrari in Formula 1, un successo storico che suggellò l’inizio di un’era leggendaria.
Nel 1982, Gilles Villeneuve e Didier Pironi regalarono ai tifosi la famosa doppietta del “tradimento” nei confronti dell’amatissimo e compianto pilota canadese al Gran Premio di San Marino. Una gara emozionante, ricca di duelli e sorpassi, che rovinò il rapporto tra i due piloti e probabilmente costò anche la vita all’iconico Gilles.
Un’altra doppietta indimenticabile è quella del Gran Premio di Spagna 1990, con Alain Prost e Nigel Mansell a conquistare i primi due gradini del podio. Fu un momento di grande gioia per la Scuderia, che si trovava in un periodo di rinascita dopo anni difficili e visse l’illusione, poi svanita, di poter avvicinarsi alla McLaren di Ayrton Senna, indiscusso dominatore della stagione.
Il dominio Ferrari, l’abbuffata del “tiranno” Schumacher e il record di doppiette
A cavallo degli anni 2000 le doppiette Ferrari sono state così frequenti da costringere, dopo l’anno domini 2005, a una modifica del regolamento atta proprio a limitare l’egemonia del Cavallino, che con Schumacher e Barrichello, sembrava non avere rivali. Per la premiata ditta Schumacher e Barrichello, furono ben 24 le volte in cui la Rossa di Maranello concluse i vari GP letteralmente in parata.
Dopo la tirannia di Schumi, fu Raikkonen a raccoglierne l’eredità: glaciale in pista quanto pazzo fuori dal paddock, “Iceman” vinse l’ultimo Mondiale Piloti per la Ferrari nell’ormai lontano 2007 grazie a quattro doppiette in coppia con Massa, che l’anno dopo tentò l’impresa di diventare campione iridato grazie ad altre tre arrivi in coppia che però non gli diedero il Mondiale
Sette anni di magra, poi Vettel e il titolo sfiorato nel 2018
Dopo un periodo di magra che durava dal 2010, fu la coppia Vettel-Raikkonen a trovare la doppietta a Monaco nel 2017, ripetuta in Ungheria al volante della Ferrari SF70H che lui ha stesso ha definito “la miglior Ferrari che abbia mai guidato”, nonostante abbia poi lottato seriamente per il titolo l’anno successivo.
Tornando all’attualità, come detto all’inizio, non è la prima volta che Leclerc e Sainz arrivano in parata al traguardo: in Bahrein nel 2022 fu un successo che aveva dato l’illusione di poter competere con le Red Bull, ma ben presto la Ferrari si dovette piegare alla legge del Toro Rosso e del suo “figlio prediletto” Max Verstappen.
Le doppiette Ferrari non sono solo successi sportivi, ma vere e proprie celebrazioni della passione per il motorsport. Sono momenti che uniscono tifosi di tutto il mondo, creando un’unione speciale che va oltre i confini nazionali.
Insomma, ogni doppietta ha una storia a sé, un’anima che la rende unica e irripetibile. Un’emozione che si rinnova ogni volta che due Rosse tagliano il traguardo insieme, un inno alla bellezza e alla potenza della Formula 1.
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